Prodigio al Tottenham, ex golden boy della Premier, talento a palate poi il vuoto cosmico. Prestazioni pessime, ritardi agli allenamenti, scandali fuori dal campo e assenze immotivate. Dele Alli è finito in un’interminabile spirale negativa che lo sta divorando. Altro disastro al Besiktas. Non è più un campione, non è più un fenomeno. Sa soltanto quello che non è.
Eppure era forte davvero. Gol, assist e giocate illuminanti. Dele Alli, perché questa fine?
Un fulmine carico a mille sconvolge la Premier. Fine agosto 2015, fa caldo in terra inglese e Dele Alli segna il suo primo gol. Da lì in poi, un’ascesa immediata verso i vertici del calcio inglese. A soli 19 anni, Bamidele Jermaine Alli brucia tutte le possibili tappe davanti a sé e si ritrova ad essere il nuovo prodigio del ‘pallone mondiale’. Guizzi talmente illuminanti da far gridare “Questo è un fenomeno”. Intuizioni geniali, gol sbalorditivi. Dribbling da predestinato. Al Tottenham, in sole tre stagioni, Dele Alli ha il mondo ai suoi piedi. Con mister Pochettino in panchina, dagli inizi nel 2015 all’annata 2018, 45 gol e 41 assist. Numeri pazzeschi per un giocatore di sole 22 primavere. Andandolo ad analizzare ‘in medias res’, Alli ha tutto per essere il nuovo crack del calcio globale. Alto, forte fisicamente, veloce il giusto, visione ad ampio raggio, scatto nel breve e capacità di svariare su tutto il fronte offensivo. Trequartista, seconda punta, attaccante d’area o a volte ala.
Bamidele è un calciatore moderno e futuribile. Dopo 3 stagioni in Premier, il suo valore è alle stelle. Poi qualcosa si spezza e inizia un’aspirale negativa ancora oggi incomprensibile. Il Tottenham cade in alcune stagioni non felici. Tanti cambi in panchina. Prima l’esonero del suo mentore Pochettino, poi l’arrivo di Espirito Santo, seguito da Mourinho, Mason e infine Antonio Conte. Lo Special One in un’intervista aveva anche dichiarato che l’unico consiglio ricevuto da Sir Alex Ferguson quando era allo United era stato: “Compra Dele Alli”. Un’investitura pesante che rende al meglio l’esplosione del nativo di Milton Keynes. Il crollo però non è solo riconducibile ai continui cambi in panchina, anche perché ognuno ha scelto di dargli ampia fiducia, ma è come se difronte alle prime vere difficoltà il ragazzo si sia improvvisamente spento. Con ‘papà Mauricio’ a proteggerlo e coccolarlo, Dele volava sul rettangolo verde, ma senza quella ‘paterna protezione’ ha mostrato totale immaturità, ripiegandosi su stesso fino ad autoannullarsi.
La fragilità mentale e quella incapacità di reagire difronte le difficoltà
Nello sport e nel calcio, la testa è tutto. Forza mentale elemento preponderante per trovare continuità ad alti livelli. Dele, in questo infinito vortice fangoso, ha dato prova di non avere quella tenuta psicologica per reagire. Ha mostrato di non possedere nel suo bagaglio personale la testa giusta per ripartire e ribellarsi alle vicende che incasinavano la sua comfort zone. La sua storia ricorda quella di Andy Carrol catapultato, in soli 2 anni, dall’olimpo inglese al dimenticatoio o del più recente Nicolò Zaniolo. Se nella tua miglior stagione in Premier metti a segno 18 gol e 14 assist, poi nella successiva solo 9 reti, è li che devi rialzarti e riconfermarti, perché i mezzi ci sono. Invece, Alli si è come arreso, adagiandosi su annate noiose e insensate. Le sue ultime stagioni tra Everton e Turchia sono quasi incommentabili. Nella squadra sponda blu di Liverpool, Dele arriva con la nomea del top player, all’apparenza voglioso di tornare ai fasti di un tempo, ma sarà l’opposto.
Dopo presenze dimenticabili, l’ex golden boy inglese sceglie di intraprendere quel percorso che di solito i calciatori fanno a fine carriera. Lui, invece, ha solo 26 anni. Firma con il Besiktas e vola in Turchia. Qui il disastro si completa. In un campionato, non paragonabile al livello della Premier, i tifosi si aspettano che Alli spacchi le partite. Tutt’altro. Con svogliatezza si trascina in campo, facendo irritare dirigenti, compagni e allenatori. Ritardi agli allenamenti, serate discutibili post-partita e nei giorni scorsi un episodio che ha fatto pensare al peggio. Dele scompare dalla circolazione. “Gli abbiamo dato il permesso di prendersi una piccola pausa, ma non è tornato. Stiamo cercando di capire dove sia finito” le parole del suo allenatore Gunes, condite da qualche preoccupazione. Poi, di colpo, Dele ricompare con un post social. Una fuga temporanea che nasconde la volontà di isolarsi, provando magari a ritrovare sé stesso. Una vicenda triste, che non accenna a finire e che testimonia fragilità e debolezze di un ragazzo appena ventiseienne.