Yassine Bounou è l’uomo della provvidenza. Para due rigori e ne accompagna uno con lo sguardo fino al palo. Se il Marocco è ai quarti di finale per la prima volta nella storia lo deve in buona parte al suo portiere, Bounou detto Bono. L’Africa accede alla fase finale del torneo dopo 12 anni.
L’impresa del Marocco che manda a casa la Spagna
La mamma è sempre la mamma. Poco importa se hai 31 anni e hai appena portato la tua squadra per la prima volta nella storia ai quarti di finale del Mondiale. Yassine Bounou dopo l’impresa in campo che conta due rigori parati e uno spinto con lo sguardo sul palo, corre a dare un bacio a sua madre.
Eroe nazionale e cucciolo di mamma. L’impresa è stata titanica. Ha intuito tutti i rigori spagnoli e ha respinto quelli tirati in porta. Uno zampino rilevante nella vittoria e nella sorpresa che tutti stavamo aspettando. D’altronde in ogni Mondiale che si rispetti c’è un coup de théâtre. Questo è quello dei Mondiali in Qatar. La Spagna viene battuta dal Marocco.
La selezione africana ha eliminato la Spagna di Luis Enrique, formazione che aveva iniziato il torneo rifilando sette gol al Costarica, con elogi da tutto il mondo. Gli spagnoli forse non avevano fatto i conti con la fase difensiva imperforabile del Marocco di Regragui che in quattro partite in questa Coppa del Mondo, ha subito gol solo quando se l’è fatto da solo con l’autorete contro il Canada. Squadra imbattuta e zero gol subiti compresi i rigori. Questo ha dell’incredibile. Non per Bounou evidentemente, che porta a casa un bel clean sheet dagli undici metri. Poi si è messo a centro campo ad attendere che il cucchiaio di Hakimi entrasse in rete. Proprio i rigori segnano l’inizio della fine per la Spagna. Nico Williams ci ha provato negli ultimi dieci minuti mentre ai supplementari le occasioni sono arrivate per entrambi.
Bounou, chi è il portiere pararigori del Marocco
Il Marocco ha sfiorato due volte il gol con l’attaccante del Bari Cheddira. La Spagna si è fermata sul palo spizzato da Sarabia al 123′, entrato a pochi minuti dal termine per calciare il rigore. Rien à faire come direbbero i francesi. Anzi nada de nada in spagnolo. Lingua che Bounou conosce bene. E’ proprio in Spagna che sta costruendo la sua carriera tra i pali. Dal 2019 difende la porta del Siviglia, dopo essere stato all’Atletico Madrid (squadra B), nel Real Saragozza e nel Girona. Rimarrà al Siviglia fino al 2025. Proprio con questa maglia vive nei ricordi, brutti, degli interisti. Il portiere marocchino fu grande protagonista della finale di Europa League 2020, a Colonia. Era tra il Siviglia e i nerazzurri. Fu determinante con alcune parate nel regalare agli andalusi l’ennesimo trionfo nel secondo trofeo continentale per club, finì 3 – 2.
Quindi, se sicuramente la qualificazione del Marocco ai quarti è una sorpresa, non lo è la prestazione di Bounou, per tutti Bono. Classe 1991, è nato in Canada, a Montreal, ma si trasferisce a 8 anni a Casablanca. Con passaporto canadese poteva scegliere la selezione nordamericana. Ma lui non ha mai avuto dubbi: il suo cuore è marocchino. Dal 2013 gioca con i Leoni dell’Atlante dove colleziona 50 presenze. Nessuna grande soddisfazione. Fino a ieri sera; quando dopo 12 anni l’Africa torna nella fase finale della Coppa del Mondo e il Marocco, per la prima volta nella storia, accede ai quarti di finale. Impresa eroica dove c’è lo zampino di un cocco di mamma. E quel bacio emoziona quasi più del sentimento calcistico. Tutto il mondo è paese.