Pallacanestro 3 contro 3 dai campetti di strada alle olimpiadi

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La passione per lo sport nasce da piccoli. Lontano dai grandi stadi e dai palazzetti. Si sviluppa nei giardini, nei parchi e nei campetti pubblici. Spesso bastano un pallone e qualche altro scalmanato. Due zaini messi come palo, una corda o un canestro possono dar vita a sfide infinite. A volte capita che tra questi campi improvvisati nascano anche dei campioni. Se si parla di basket, il 3 contro 3 è la formula preferita nella pallacanestro di strada. Ma come ha fatto un gioco nato per strada ad arrivare alle olimpiadi?

3×3: regole semplici

Con il suo omologo a 5 giocatori, la pallacanestro 3×3 condivide un canestro e mezzo campo. Altezza del cesto e linee rimangono le stesse. Si gioca con un pallone specifico, con la stessa circonferenza di quello del basket femminile e il peso di quello maschile. Il resto del gioco è decisamente diverso. Intanto i giocatori: le squadre sono composte da tre atleti più uno in panchina che può entrare in ogni momento. Le partite durano un solo tempo da 10 minuti, senza interruzioni. I tiri interni valgono un punto, quelli fuori dalla campana ne valgono 2. 

La partita termina quando una squadra arriva a 21 punti o quando finisce il tempo regolamentare. Come nel basket tradizionale, anche nel 3×3 c’è una squadra che difende e una che attacca. In ogni caso, l’attaccante deve iniziare l’azione fuori dalla campana prima di poter tirare. Queste caratteristiche rendono il 3 contro 3 una versione molto più dinamica della pallacanestro. Le partite sono veloci, con cambi di fronte continui. I giocatori sono costretti a muoversi continuamente, il gioco è molto fisico e poco tecnico. A detta di alcuni giocatori, tra cui Daniele Sandri, giocatore del Napoli Basket nel giro della nazionale 3×3, “è anche meno tecnico del 5×5.

Basket 3×3: che spettacolo

Il tasso tecnico inferiore è dovuto a diversi fattori. Innanzitutto è uno sport nuovo sul panorama professionistico. Con il tempo, giocatori e team alzeranno l’asticella e ne guadagnerà lo sport. In quest’ottica, il palcoscenico olimpico sarà di vitale importanza per la diffusione del basket 3 contro 3. Dai campi di Tokyo impareremo a conoscere un nuovo sport e la sua filosofia, legata a doppio filo con la urban culture. Le partite, infatti, si svolgono tra musica e luci. Gli spettatori, proprio come nei campi di periferia sono a pochi metri dall’azione.

Le modalità di gioco e l’ambiente, ricordano quello che abbiamo visto con il beach volley. Una versione più snella e “informale” rispetto al gioco originario. Proprio come la pallavolo da spiaggia, nata tra la sabbia di Copacabana, anche la pallacanestro a tre, ha in sé tutto lo spirito del campetto urbano. Anche nei grandi tornei, come ci raccontano i protagonisti, “raramente il pubblico è pagante: spesso i tornei si svolgono in un ambiente informale, vicino alle persone che possono fermarsi e godere dello spettacolo.” Una caratteristica che fa del basket 3 contro 3 uno sport aperto a tutti.

La pallacanestro 3 contro 3 alle olimpiadi

Giocare in sei intorno a un canestro non è qualcosa nata ieri. Solo alla fine degli anni ‘80, le regole del basket 3 contro 3 vennero standardizzate in tutti gli Stati Uniti. In questo periodo crescono i tornei di 3×3 più importanti: tra tutti il Gus Macker 3×3 Basketball Tournament che raccoglie partecipanti (pro e amatori) dagli USA e da tutto il mondo. Dopo il boom degli anni ‘90 con le prime sponsorizzazioni importanti (Adidas tra tutti). Gli anni 2000 segnano l’ingresso della pallacanestro urbana tra i grandi sport, fino ad arrivare alla consacrazione olimpica.

Inutile dire che la nazionale a stelle e strisce è attualmente la favorita del torneo olimpico. La competitività dello sport emergente, però, ha permesso a molte altre nazionali di emergere. La Mongolia, ad esempio è stata tra le prime 4 a qualificarsi nel torneo femminile. Nel tabellone maschile, invece, tra le prime qualificate mancano gli USA (che hanno ancora ottime possibilità) mentre Russia, Serbia, Cina e Giappone (ospite) hanno già staccato un biglietto per Tokyo. Nulla da fare per la nostra nazionale maschile, mentre le azzurre della pallacanestro 3 contro 3 hanno ancora due possibilità di qualificarsi: prima nel torneo di qualificazione olimpica FIBA 3×3; altrimenti la seconda e ultima chance l’avranno al FIBA Universality Olympic Qualifying Tournament.

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