Andrew Howe e l’addio all’atletica: “Voglio scoprire me stesso come persona e non come atleta”

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Andrew Howe ha annunciato il suo ritiro dall’atletica a 37 anni. Dopo una carriera di alti e bassi ora vuole scoprirsi di più come persona anziché come atleta. “Il mondo dello spettacolo non mi dispiacerebbe” ha detto a Verissimo.

Ho deciso di smettere di fare atletica leggera“. E’ l’annuncio dell’addio di Andrew Howe alle competizioni da parte dell’atleta stesso che poi spiegato le motivazioni di questa scelta. “Voglio scoprire ancora di più me stesso, come persona e non solo come atleta”, ha spiegato a Verissimo il campione di salto in lungo, sottolineando che lo sport rimarrà parte integrante della sua vita.
Una decisione che mette fine ad una carriera costellata da grandi vittorie, ma anche da momenti difficili, soprattutto negli ultimi anni. Infortuni e grandi delusioni, una dietro l’altra che hanno minato gli ultimi anni.

Nato a Los Angeles ma reatino d’adozione, ha vissuto il picco della sua carriera nel bienno 2006-2007, in cui divenne campione europeo a Goteborg 2006 e campione europeo indoor a Birmingham 2007, nonché vicecampione mondiale a Osaka 2007, superato solo all’ultimo salto dall’8,57 del panamense Irving Saladino. Proprio in Giappone il 30 agosto Howe stabilì il record italiano tuttora valido, saltando 8,47 dopo che il 4 marzo dello stesso anno era arrivato a 8,30 indoor. Dopo questo record si sono susseguite le delusioni olimpiche: mancò la qualificazione alla finale dei Giochi di Pechino saltando solo 7,81 metri, non sufficienti per passare il turno. Non riuscì a qualificarsi per le Olimpiadi di Londra sui 200, dopo aver scartato il lungo per i dolori al tendine. Stesso destino per Rio 2016 e Tokyo 2020. Questa parabola è stata segnata a fasi alterne da infortuni.

Andrew Howe: “Dopo l’esclusione da Tokyo 2020 mi sono chiuso in me stesso”

Eppure gli inizi della sua carriera promettevano qualcosa di più. “Sono sempre stato molto esigente con me stesso” ha raccontato “ma a un certo punto mi sono sentito come se non mi fossi mai preso il tempo di elaborare tutto quello che avevo fatto. Come se non avessi mai raggiunto il mio reale obiettivo, che era quello di vincere le Olimpiadi”. L’ultima esclusione, quella a Tokyo 2020, ha avvicinato il ritiro annunciato in questi ultimi giorni. “Avrei voluto partecipare ed è lì che sono andato in crisi. Mi sono chiuso in me stesso, ho perfino allontanato molti amici, non ero più io”.

A rendere ancora più complesso un momento delicato c’è anche la questione privata di sua mamma. René Felton, che gli ha fatto da fisioterapista e da allenatrice, oltre che da mamma, ha avuto un ictus. “Senza di te non sarei quello che sono” ha scritto sui social in una dedica alla sua allenatrice mamma dopo il malore. Sulla scia materna, continuerà anche lui a fare l’allenatore ma soprattutto riprendere una vecchia amicizia, la televisione. Fu volto popolare dell’atletica negli spot pubblicitari, dopo Fiona May e sua figlia Larissa Iapichino. Nel 2014 arrivò secondo a Ballando con le stelle a fianco della ballerina Sara Di Vaira. Se la cavò bene e forse senza pressione da sfida sul palco potrà mostrare il talento al massimo del suo potenziale come non ha potuto fare al 100% nella carriera da sportivo.

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