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Lo sport post-Covid rimette in moto il turismo

Nell’estate post-Covid, nonostante le difficoltà, stanno emergendo numerose occasioni per praticare sport. Dopo l’isolamento sociale, le mète più gettonate garantiscono movimento e distanziamento fisico. Per questo motivo il connubio turismo e sport è particolarmente adatto alle esigenze attuali. Lo sanno bene le Federazioni sportive che, attenendosi ai protocolli di sicurezza, riaprono strutture e rilanciano manifestazioni. Come ci spiegano i presidenti della Federazione Italiana Vela e della Federazione Italiana Sci Nautico e Wakeboard.

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Lo sport volano del turismo post-Covid

Nell’estate post-Covid, il turismo offre un motivo per attirarci fuori città. E si rivela una valida occasione per stimolare gli spostamenti domestici, territoriali e di prossimità. Sicuramente, nel 2020 la decisione è influenzata dalla crisi sanitaria che rischia di diventare (o è già) crisi economica. In quest’ottica, il bonus vacanze cerca di sollecitare anche una minima occasione di spesa per far girare l’economia. Da un lato, molti non possono considerare una vacanza per motivi lavorativi. Dall’altro, dopo un anno così particolare, non ritengono necessaria una pausa. Inoltre, alcuni decidono comunque di andare all’estero, magari in una località già nota che garantisca le norme di sicurezza. Fra i due, i più hanno già ridimensionato la pausa e si stanno concedendo soltanto qualche giorno vicino casa. Lo sport, per loro, potrebbe giocare un ruolo fondamentale. Secondo i dati dell’Osservatorio Nazionale del Turismo, 1 italiano su 4 sceglie la destinazione delle vacanze anche in virtù dell’offerta sportiva.

Oltre alle località maggiormente note per la bellezza paesaggistica – Alpi, Dolomiti e campagna Toscana – il turismo sportivo è occasione di “riscatto” per i luoghi meno conosciuti. L’assenza di contatto fisico e gli ampi spazi rappresentano un interessante fattore di pull. Grazie alla geografia italiana, il ventaglio di possibilità per mantenere il distanziamento sociale è ampio. Trekking, rafting, cicloescursionismo si affiancano al parapendio e agli sport balneari. In questo momento, il turismo sportivo potrebbe attirare soprattutto coloro che vogliono praticarlo attivamente. Al contrario, gli appassionati che desiderano assistere a eventi o manifestazioni atletiche dovranno attendere ancora un poco. Ma anche per loro, come vedremo, c’è una possibilità.

Rilanciare il turismo sportivo dopo il lockdown

Il turismo è volano dell’economia. Per questo sia Governo che privati sostengono le attività sportive dopo il lockdown. Fra tutti, il Fondo per il rilancio del sistema sportivo nazionale, grazie a un finanziamento di 10 milioni, supporta l’Ufficio per lo sport della Presidenza del Consiglio. E, dato che sono le attività sportive di base ad avere il bacino d’utenza più ampio, le Federazioni stanziano fondi per l’aiuto dei club. Inoltre, sono oltre 50 i milioni di euro a fondo perduto che l’Ufficio per lo sport mette a disposizione per ASD – Associazioni Sportive Dilettantistiche e SSD – Società Sportive Dilettantistiche. Ed è il combinato disposto degli incentivi agli spostamenti e alle attività motorie a tradursi nella ripresa del turismo sportivo. Nonostante le strutture balneari vedano un drastico calo del bacino di utenza, anche la cultura del mare resta a galla.

Tra stop e riaperture, le Federazioni sportive affrontano le sfide della Fase 3. Mentre il Giro d’Italia si correrà a ottobre, il Covid-19 ha imposto una pausa alle competizioni veliche, per esempio quelle organizzate dallo Yacht Club Costa Smeralda. Ma con l’estate torna la voglia di mare e di evasione dalla città. In tema di acqua, sia la FIV – Federazione Italiana Vela che la FISW – Federazione Italiana Sci Nautico e Wakeboard stanno beneficiando di flussi regolari nei propri centri, nel rispetto delle regole e del distanziamento sociale.

Da sinistra: Francesco Ettorre – Federazione Italiana Vela; Luciano Serafica – Federazione Italiana Sci Nautico. Entrambe le presidenze si riferiscono al quadriennio 2017 – 2020.

Il binomio turismo – sport balneari. Quale estate per le Federazioni?

La stagione degli sport balneari si è ridotta. Tuttavia, restando vicini alle città, riemerge la voglia di andare fuori. Lo ha ben chiaro Luciano Serafica, Presidente della FISW. “Abbiamo perso i mesi di marzo, aprile e maggio; quindi dobbiamo lavorare da giugno a settembre“. Gli 80 atleti d’interesse olimpico, delle 10 discipline hanno ripreso gli allenamenti il 4 maggio. “Le nostre attività si svolgono all’aperto, sono individuali e non prevedono contatto fisico. Quindi la necessità di distanziamento sociale non riguarda l’atleta, ma solo il personale delle strutture“. E per il turismo sportivo? “Il nostro sport richiama molto turismo estero, soprattutto da Svizzera Germania e Francia. Adesso, dato che la situazione in Europa si è normalizzata, tornano anche gli stranieri. Non li stiamo perdendo. E anche gli italiani sono tantissimi. Però è chiaro che questa stagione non è uguale alle precedenti“.

Per quanto riguarda la vela, data la cancellazione di numerosi eventi, “abbiamo trovato la quadra riunendo in un’unica manifestazione sia il Salone Nautico di Genova che Barcolana, la regata del Golfo di Trieste. Vedremo un grande ottobre della vela” rassicura Francesco Ettorre, Presidente della Federazione Italiana Vela. Vacanze autunnali che sono confermate anche dalle previsioni dell’Agenzia Nazionale del Turismo. “In questa fase di rilancio la comunicazione di Federvela ha dato risalto alle famiglie e alla ripresa delle attività sportive dopo il lockdown nel pieno rispetto del protocollo sanitario“. E, per chi non avesse proprio potuto fare a meno di cime e abbrivi, nel corso dell’isolamento sociale la FIV ha organizzato la regata virtuale “Mille per una vela”. Uno sport di frontiera che, come altri e-sports, ha permesso di superare le frontiere dell’emergenza sanitaria.

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