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Sport city, come cambia lo sport post-pandemico

L’anno pandemico ha messo in risalto, tra le altre cose, quanto lo sport sia un elemento ormai fondamentale della nostra società. Lo abbiamo visto non solo negli effetti conseguenti alla chiusura di palestre, piscine e impianti sportivi ma anche nelle nostre città. Sono aumentate le attività all’aperto, almeno quelle consentite e conseguentemente sono molte le persone che fanno sport in strada, al parco o in villa. L’idea stessa delle nostre città dovrà cambiare: più green, più smart e più vicine allo sport. È la Sport City.

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Fabio Pagliara e il sogno (reale) della Sport City

Fabio Pagliara è uno sportivo. Un uomo di sport, come lo si potrebbe definire. Lo è e lo è stato secondo varie declinazioni. Ex Segretario generale della FIDAL, Federazione Atletica Leggera. Prima ancora aveva ricoperto lo stesso ruolo nell’organo federale dell’Hockey. Molto legato alla sua Catania, è da lì che nascono la passione e le idee vulcaniche. Una città e un territorio a cui si è legato anche con l’acquisizione del Catania Calcio, tramite una cordata di imprenditori e sportivi con cui ha fondato la SIGI, Sport Investment Group Italia. Nonostante i titoli, Fabio si presenta come un runner, uno sportivo.

In questo momento il mondo dello sport ha bisogno di due grandi alleati: le città e la tecnologia”. Le vie e i parchi dei nostri centri abitati, che siano le grandi città o i piccoli centri, sono vissuti da chi fa sport. Era vero prima, lo è ancor di più dopo un anno di chiusura (quasi) ininterrotta di palestre, centri sportivi, circoli e via dicendo. “In Italia sono circa 7 milioni le persone che corrono, meno di 40mila sono quelli che partecipano alle gare. Questi dati evidenziano un fatto importante: tutti fanno sport e all’interno di questa parola rientra tutto quello che c’è in mezzo tra Cristiano Ronaldo e me che faccio la corsetta la domenica con gli amici”.

Lo sport non è quello di una volta, per fortuna

La tecnologia è il secondo grande alleato dello sport post-pandemico. “C’è stato un tempo in cui la tecnologia veniva mal vista dal mondo dello sport. In essa veniva individuato un competitor, oggi il Covid ha messo in luce anche quanto la tecnologia possa correre in aiuto dello sportivo”. Ad esempio, l’APP che ti premia per i passi che fai, che ti consiglia di lasciare la macchina più lontana dal punto di arrivo per ricordarti di camminare. “Una rivoluzione sarebbe quella di cambiare le unità di misura: sapere che per andare in un determinato luogo della mia città non impiegherò un tot di metri ma un numero di passi”. Delle distanze letteralmente più a misura d’uomo. 


Fabio Pagliara, nella chiacchierata che abbiamo fatto in diretta sul nostro canale Twitch, ci ha raccontato anche di come stia cambiando la percezione sportiva, soprattutto in alcune fasce di età. “C’è tutta la fascia di sportivi che va dai 40 ai 70 anni, che prima non era nemmeno presa in considerazione dalle federazioni, eppure rappresenta la maggioranza degli italiani. Per fortuna però è in atto un cambio di approccio, sia culturale che di comunicazione: oggi fare sport anche oltre i quaranta è la normalità”.

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