Sarah Fahr, storia di resilienza, opportunità e crescita

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Originariamente suo padre per raggiungere l’Italia dalla Germania lo ha fatto in barca a vela. E’ approdato all’Isola d’Elba. E’ Sarah Fahr, che poi con la sua famiglia si è trasferita a Piombino. Così diventa italiana d’adozione. Ma la precisione è quella di una tedesca. Parola di Paola Egonu

CEV VOLLEYBALL CHAMPIONS LEAGUE SUPER FINALS VERONA 2021 VERONA 01-05-2021 FOTO FILIPPO RUBIN

In poco tempo tanti risultati

Classe 2001, di origine tedesca trapiantata a Piombino, Sarah Fahr è una promessa e già campionessa della pallavolo. Ma il primo amore non è stata la pallavolo, bensì la ginnastica artistica che ha praticato fino all’età di 10 anni. “Col passare degli anni crescevo molto. La mia maestra non mi portava più alle gare perché ero troppo alta e portava quelle più mingherline, e forse più brave. Mia madre mi consigliò la pallavolo perché lei ogni tanto giocava. Un periodo li ho fatti entrambi. Ma mi piaceva più la ginnastica artistica. Una mia amica mi convinse perché lei lo faceva. Da lì non ho più smesso.” racconta l’atleta. Che da quel momento ha già vinto moltissimo.

Ha vinto due campionati italiani, due Coppe Italia, una Champions League, una Supercoppa italiana con i club. Con la Nazionale è uscita ai quarti a Tokyo 2021 e poi è medaglia d’argento a un Mondiale, sempre in Giappone, ma nel 2018. Collezione inoltre, anche un bronzo e un oro ai campionati europei. Insomma ha avuto poco tempo per questione anagrafica, ma lo ha già riempito di palmarès. Anche se adesso è stata costretta a uno stop forzato, per un infortunio. Ad aprile infatti si è rotta il crociato. Una cosa già vista. Era fine agosto quando all’europeo si ruppe il crociato e si operò. Rientrata in campo, a marzo 2022, dopo poche partite di nuovo l’infortunio.

Sarah Fahr: “Tutto accade per un motivo”

“Ora sono in fase di recupero. Essendo una recidiva forse ci vorrà anche più tempo rispetto ai canonici 6 mesi.” Gli infortuni d’altronde fanno parte del gioco e della professione di un atleta. Eppure la gestione non è sempre facile. “Spero che sia l’ultimo infortunio serio. Perché per una pallavolista questi sono gli infortuni peggiori. E io sono così giovane. Credo comunque che le cose accadano per un motivo. Ogni cosa che ci accade ci insegna qualcosa. Con questo spirito ho affrontato il primo stop e con il quale sto affrontando questo secondo infortunio. Per esempio mi godo la mia estate libera, la prima della mia vita forse. Sono sicura che da questo periodo potrò migliorare anche nella pallavolo.” confida Sarah.

Ho imparato molte cose su di me, sul mio fisico e sulla mia mente. Già mi sono sempre sentita più matura rispetto alle mie coetanee. Anche solo uscire di casa a 13 anni per andare in un’altra città. Ora anche di più. Cerco di trarre il meglio dal momento di crisi”.
La storia dell’opportunità che nasce dalla crisi assume con Sarah i contorni della realtà, della concretezza, dell’autenticità. Senza voler dare l’impressione della wonderwoman che si richiede ad un’atleta, Sarah veicola resilienza. Nonostante la sua giovane età.
Sincera, sorridente, forte, e puntuale. Paola Egonu le rimprovera quest’ultimo aspetto che però ha cercato di cambiare. E’ puntuale ma non arriva più in anticipo, almeno agli appuntamenti. Perché per la sua età, Sarah Fahr è molto avanti.

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