Sara Simeoni nasce nel 1953, nel 1978 stabilisce il primato mondiale a 2,01m di salto in alto, nel 1980 è medaglia d’oro ai Giochi Olimpici di Mosca. Questa è una parte importante della sua vita in numeri, una vita sempre in alto che ora racconta nel suo libro
Lo sport aldilà del genere
Negli anni ’80 in cui Sara Simeoni raggiunge i record e vince le medaglie d’oro, il femminismo è indubbiamente un movimento già consolidato. In alcuni Paesi si è raggiunto il diritto di voto grazie a numerose battaglie. Tuttavia, la lotta per l’eliminazione delle disparità è ancora molto lunga, e tutt’oggi in corso. Eppure Sara Simeoni regalò alla categoria femminile il record mondiale nel salto in alto. Non sarà il diritto di voto, ma apre la strada dell’abbattimento di barriere. Dimostra che la donna è pari all’uomo. Un concetto scontato? Non all’epoca. “Abbiamo dovuto sgomitare da sole noi sportive donne, dimostrando che anche noi potevamo raggiungere dei risultati e che avevamo un pubblico che ci seguiva”.
Lo racconta all’Altetanews Sara Simeoni, che in seguito al record si è vista l’esistenza stravolta, illuminata dai riflettori e dall’attenzione della stampa. “Non eravamo abituati a record del mondo, da parte di una donna poi!” aggiunge. “Mi sono ritrovata catapultata in un mondo che non era il mio. Non potevo perdere la bussola perché poi dal record a 20 giorni dopo ci sarebbero stati i campionati europei. Nello sport il risultato ottenuto va subito buttato alle spalle, dritti verso il prossimo.” spiega la Simeoni. “Il pubblico era molto preso ma non in quanto donne, in quanto obiettivi raggiunti. Il mordente era battersela con altre Nazioni. Lo sport va aldilà di ogni genere.” Mentre la società quindi cambiava da dentro, l’establishment faceva più fatica.
Sara Simeoni: “Le nostre medaglie valutate un terzo rispetto a quelle degli uomini”
“Oggi le donne avendo dimostrato il loro valore sono state messe in condizione di scegliere lo sport e dare sempre di più. Per esempio, la società militare diventata anche femminile. Ai miei tempi non c’era. C’erano delle società private sparse per l’Italia che davano possibilità di fare sport anche attraverso delle borse di studio, per garantire un minimo di indipendenza. Non avevamo gli sponsor, la società ci dava solo il materiale. Le nostre medaglie venivano valutate un terzo rispetto a quelle degli uomini.” racconta Sara. Oggi la disparità non esiste più secondo l’atleta da record. Esistono pari condizioni che agevolano lo sport come scelta di vita.
“Le scelte che ho fatto io le ho fatte sulla mia pelle, è stata una scommessa su me stessa, rischiando. Perché nessuno all’epoca ti aspettava o ti incoraggiava.” Di questa lunga storia che è la sua carriera, e anche la sua vita, Sara Simeoni ha scelto di farci un libro. Aneddoti bizzarri, comici, importanti, incontri e scontri con personaggi dello sport. “Da tempo avevo scritto le mie memorie, poi dopo che ho smesso di gareggiare pensavo non mi sarebbe successo qualcosa di così interessante. Invece dopo mi sono accaduti aneddoti ancora più bizzarri. Così ho deciso di raccontarli.” Dunque la narrazione del libro è una storia che parte da molto lontano e arriva sino ai giorni nostri. Un esempio di bizzarria? “Dopo che ho smesso di gareggiare ho voluto dedicarmi all’insegnamento. Io, già docente a Scienze Motorie, che quindi preparavo i futuri insegnanti di educazione fisica, per fare la professoressa di educazione fisica ho dovuto fare un esame!” sorride Sara Simeoni.