Pulli, così è conosciuto nel mondo del Polo, è Paolo Grillini ex giocatore professionista, campione e allenatore di questo sport. Ma non solo. E’ allevatore della prima linea di sangue italiana di cavalli da polo. E’ entrato in questo mondo da quando aveva 16 perché “è un mondo dal quale si esce difficilmente” come ci ha detto lui stesso. Una sorta di pusher del polo, come lo chiamano simpaticamente. Il suo stile da pampa argentina (è un grande bevitore di mate) riflette la sua passione.
La Pampa alle porte di Roma: l’allevamento di Pulli Grillini
Se dovessimo pensare a uno sport in cui una palla deve centrare due pali penseremmo subito al calcio. Lo sport nazionalpopolare italiano. Eppure ce n’è un altro che include un altro atleta all’infuori di noi, il cavallo. Ecco il polo lo sport di Pulli Grillini, giocatore professionista e attualmente insegnante che ce lo racconta. “E’ una disciplina storica. Si è sviluppata grazie agli inglesi che l’hanno conosciuta in India e ne hanno fatto uno sport propriamente detto, con delle regole. Ora vogliono farlo tornare uno sport olimpico”. Grazie a lui e al suo ranch, Magliano Sabina è paragonabile alle praterie del Texas: un ambiente inconsueto nella campagna romana che ricorda più una pampa argentina. “E’ un terreno che ho indirizzato verso quella che è, e che è sempre stata la mia attività con i cavalli, ecco perché è nato l’allevamento”.
E’ un giocatore di polo da quando ha 16 anni. Prima faceva salto a ostacoli presso il galoppatoio di Villa Borghese. “Il polo è un mondo un po’ chiuso ma quando l’ho scoperto l’ho amato da pazzi. La simbiosi con la natura e il cavallo mi hanno colpito. L’ho giocato anche durante la leva militare!” Dopo anni di carriera da professionista oggi lo insegna (nella Scuola di Polo Romana) e alleva la prima linea di sangue italiana di cavalli da polo. “Non esiste una linea di sangue italiana di cavalli da polo. Io cerco di farla riconoscere ma gli intoppi sono tanti.” Infatti Pulli sta incrociando stalloni italiani con cavalle da polo argentine. I cavalli da polo devono avere determinate caratteristiche: “E’ uno sport con partenze, allungate e fermate. Il cavallo è uno sportivo, deve allenarsi. Non deve essere troppo alto né troppo lungo per evitare strappi, ma deve avere una bella struttura fisica, in quanto il Polo è uno sport da contatto” ci spiega.
L’arena Polo per giocarlo tutto l’anno
Nel tentativo di far diventare il Polo uno sport olimpico, ne è stata proposta un’alternativa, in quanto la problematica con la quale si scontra è anche la sua stagionalità. “Sui terreni d’erba – racconta Pulli – quando piove diventa pericoloso oltreché quasi impossibile giocare. In questa nuova versione, si può giocare anche d’inverno. La formula alternativa è il cosiddetto Arena polo, una variante più snella, che si può giocare 2 contro 2 o 3 contro 3 in base alle dimensioni del campo – che è più piccolo di quello usuale – con una palla più grande. Inoltre si abbattono i costi perché hai meno cavalli e soprattutto puoi giocare tutto l’anno. Così come si può giocare sulla neve“. Insomma una formula che è anche più accessibile e permette una diffusione maggiore del polo. Ma non solo: “il pubblico è anche più coinvolto proprio per le dimensione del tutto: campo e palla. E’ più vicino al gioco e ne viene più entusiasmato” aggiunge Grillini.
“E’ uno sport di squadra in cui ognuno ha il suo ruolo. Come nel calcio. Oltretutto è l’unico sport al mondo dove le squadre sono miste: uomini e donne possono giocare insieme. Esistono anche tornei esclusivamente femminili e nel Polo la presenza femminile è spesso pari a quella maschile. L’Italia ha vinto un campionato europeo femminile.” Non esistono invece campionati esclusivamente maschili. Il grande limite del polo è tuttavia la nomea di essere uno sport elitario, per ricchi, ricchissimi. “Sicuramente non è alla portata come giocare a tennis o a calcio, però non è neanche come viene descritto: non è uno sport per nobili o per ultramilionari“. Il requisito fondamentale per giocarlo è uno, ossia l’amore per un altro atleta all’infuori di noi: il cavallo.