Reatina di origine, Martina Caramignoli è una nuotatrice italiana in forza alle Fiamme Oro e tesserata con Aurelia Nuoto. Si avvicina alle gare in acque libere ma poi preferisce la piscina perché l’emozione della vasca e del blu sotto di lei non la batte nulla. Si avvicina a Tokyo 2020 ma con la testa è già proiettata a Parigi 2024.
Aurelia Nuoto e Fiamme Oro, una seconda famiglia
Classe 1991, neo trentenne, (li ha compiuti il 25 maggio) Martina ci racconta come è arrivata ai suoi obiettivi, alcuni dei quali ancora da realizzare. “I 30 anni non sono un’età facile per il nuoto perché molti alla mia età decidono di lasciare. Io ho avuto un periodo buio della mia carriera in cui mi sono presa un anno di pausa, ma che mi ha rigenerato e mi ha fatto affrontare questi 3 anni al massimo. Ho molta voglia di gareggiare, mi diverte e ho voglia di dare il massimo“. E Martina il massimo lo dà sia in gara che aldilà della gara, ma sempre in vasca. “La gara che sento più mia è la 1500“, quest’ultima è la gara più lunga che si fa in piscina dopodiché si passa alle acque libere. “Le emozioni che provo nella gara dei 1500 non le provo in nessun’altra. Una sensazione che non so spiegarti”.
Quella sensazione vale tutti i sacrifici che un atleta è chiamato a fare. “I sacrifici sono iniziati dall’età di 14 anni – confida Martina – quando ho lasciato Rieti per Roma, da sola, a quell’età non è stato facile. Ma continuano tutt’oggi: in un anno ho visto mio nipote 3 volte in tutta la sua vita. Lo rifarei, ogni tanto ne soffro ma poi vado avanti per l’amore per il nuoto”. E’ la passione che traina ma anche il divertimento, due aspetti fondamentali che vanno a di pari passo. “Il nuoto è uno sport noioso rispetto ad altri, sei in vasca da solo con questa linea blu sotto di te. Ma finché ogni giorno ti alzi e ti poni nuovi obiettivi vuol dire che hai voglia di divertirti. Finché c’è questo fuoco dentro di te non è il momento di smettere. E io senza quel momento di pausa non sarei qui”.
Martina Caramignoli, una stakanovista dell’allenamento
Non c’è un tempo giusto che sia valido per tutti, esiste invece un tempo adatto per ognuno di noi. Grazie ai suoi tempi Martina è arrivata fin qui e oggi è una stakanovista dell’allenamento; gli 800 e i 1500, le due specialità del nuoto di fondo, richiedono infatti tanto allenamento. “Più nuoto e meglio vado. Faccio una media di 75/80 km a settimana divisi in 10 sedute di allenamento. Prima della gara non ho bisogno dello scarico, devo comunque nuotare tanto“. Fare 1500m in una vasca olimpionica equivale, nel gergo più comprensibile a tutti, a 16 vasche in una piscina di 50m, per farci un’idea più concreta. Ben allenata, Martina ha partecipato anche al Mondiale di Budapest nelle acque libere. “Non cambia l’allenamento ma la gara perché viene influenzata da fattori esterni come la temperatura dell’acqua, e dal fatto che sia mossa o meno. E’ una gara più tattica perché non ci sono né virate né corsie“.
La virata alle acque libere che la nuotatrice ha fatto è stata appunto solo una virata perché poi è ritornata in vasca, il suo primo amore. “La gioia della vasca, così come quella del podio non la provi tutti i giorni” racconta Martina che sta per vivere la sua prima Olimpiade. “C’è tanta agitazione ma è il mio sogno sin da bambina. Spero di avere abbastanza esperienza e consapevolezza per poter dare il 101%. So che questi momenti non torneranno più”. Determinazione e occhi sognanti sono ciò che più si vede in Martina Caramignoli che, infatti, continua l’allenamento anche fuori la vasca. “Porsi degli obiettivi da soli ogni giorno vuol dire crearsi stimoli“, e infatti ora è già proiettata al post Tokyo, magari a Parigi 2024. Ma prima di volare così in avanti nel tempo punta al futuro prossimo, più concreto “Aspetto l’Europeo al Foro Italico dove esordìì la prima volta con la Nazionale nel 2009″.