Manuel Lombardo: un judoka d’oro che ora vale 73 chili

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Manuel Lombardo è nato a dicembre del 1998. Il 2021 è stato il suo anno: medaglia d’argento ai Mondiali di Budapest e d’oro agli Europei di Lisbona. Nel 2018 è il miglior judoka del vecchio continente.

Manuel Lombardo e la delusione di Tokyo

Manuel Lombardo, classe ’98, ha iniziato Judo da quando aveva 3 anni per seguire suo fratello maggiore. Miglior judoka europeo nel 2018, nel 2021 ha vinto un oro e un argento. Tuttavia, in quest’annata fortunata è mancata la medaglia più importante, quella olimpica. Le Olimpiadi sono state una delusione perché poi si veniva da un’attesa lunga cinque anni. Per un judoka è più difficile visto che si pratica il taglio del peso e io ho dovuto mantenere quel peso per un anno di più. Ed è stato faticoso. Inoltre la sconfitta è arrivata a un passo dalla medaglia e con un atleta che avevo battuto già due volte prima della finale olimpica”. All’inizio della chiacchierata Manuel oltre che raccontarci la delusione di Tokyo ci spiega anche che è passato di categoria. Da quella dei 66 chili a quella dei 73. “Nella nuova categoria e con l’inizio del nuovo ciclo olimpico avrò l’opportunità di riscattarmi” aggiunge.

Il mantenimento del peso è la cosa che più è pesata a Manuel ai Giochi. “Ero una favorito ma nonostante questo non ho vissuto il peso dell’aspettativa. Così come non ho risentito dell’ansia olimpica perché non c’era nemmeno il pubblico. Mantenere invece i 66 chili per un anno in più non ha giocato la performance in gara. Questo anche perché dai 17 anni (quando ho fatto Rio) ai 22 (Tokyo) sono cresciuto fisicamente per forza di cose. Da qui a Parigi non succederà perché ormai questo è il mio peso forma, e poi da qui a Parigi ci separano solo 3 anni. Cambiare categoria cambia totalmente la mia routine. E’ come cambiare sport.” spiega Lombardo. Una dichiarazione forte che ci spiega meglio. “Innanzitutto quando cambi categoria cambiano la costituzione degli avversari e la loro velocità. Inoltre, gareggiare nel mio peso forma mi consente di concentrarmi solo sulla gara senza la paura di non farcela col peso. E poi si può fare tutta quella parte di allenamento che viene a mancare perché deve essere sostituita da allenamenti per perdere peso.”

Manuel Lombardo: “Nei 73 chili posso esprimermi nel pieno delle mie potenzialità”

Insomma, liberarsi dallo stress del raggiungere un peso che non si adatta più a un certo fisico libera l’atleta da una serie di vincoli tra cui anche il numero di gare. “Nella mia categoria posso fare più gare in un mese, fino a 4 anche. Prima era impossibile perché preparare una gara richiedeva settimane solo per raggiungere il peso. Quindi essere in questa categoria gioverà tanto. A Parigi sarò nel pieno delle mie potenzialità. Tra un paio di mesi comincia la qualificazione”. D’altronde, la medaglia olimpica resta il suo obiettivo primario, che ancora non ha raggiunto.
Il Judo è uno sport situazionale e io ne sono l’esempio vivente. I più forti non sono quelli che vincono e basta ma quelli che vincono oggi e tra quattro anni. Per fare questo bisogna starci con la testa. E’ la cosa più importante.” commenta l’atleta quando si parla dell’importanza del fisico nello sport.

Il fisico è importante ma la testa ancora di più. E uno sport come il Judo, che è un’arte, lo insegna bene. “Rispetto e disciplina sono i due valori centrali di questo sport che è definito l’arte della cedevolezza“. Judo dal giapponese significa proprio via della gentilezza e viene spesso definito come l‘arte della gentilezza. Manuel ci spiega invece la definizione di cedevolezza. “Per proiettare il mio avversario non faccio forza contro forza, sfrutto la forza contro di lui per proiettarlo. Il principio del judo è azione e reazione, non contrasto il tuo movimento ma lo sfrutto per proiettarlo.” Spiegando la nobiltà e l’eleganza di questo sport coglie l’occasione per distaccarlo dalla guerra come invece è avvenuto spesso negli ultimi tempi. “Un accostamento a cui non avevo neanche minimamente pensato. Anzi spero che finisca presto questa situazione internazionale difficile. Da questa dipenderà il prossimo slam in Georgia che essendo al confine con l’Ucraina è già stato oggetto di un primo rinvio”.

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