Laura Pirovano: “Lo sci è passione e libertà. La paura? Non ne ho.”

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Data di nascita, 20 novembre 1997, segno zodiacale, scorpione, segni particolari, una vita dedicata allo sci. E’ l’identikit di Laura Pirovano promessa dello sci italiano che ha già collezionato soddisfazioni e infortuni degni di nota.

Laura Pirovano: “Quando scio ho un sensazione di libertà che non provo in nessun altro modo”

Nata a Trento, precisamente a Spiazzo in Val Rendena, Laura scopre la passione dello sci sin da piccola, quando i genitori appassionati di neve l’hanno avvicinata a questa disciplina. Non l’ha mai lasciata, neanche nei momenti più difficili quando gli infortuni possono far vacillare gli atleti. “Anche nelle difficoltà non ho mai pensato di mollare. Lo sci è tutta la mia vita e ormai ci ho investito talmente tanto in termini di sacrificio che nulla può impedirmi di raggiungere i miei obiettivi“. Obiettivi che Laura ha ben chiari sin da piccola quando ha scoperto grazie alla famiglia, sulle piste di Madonna di Campiglio, l’amore per questo sport. “L’ho subito amato ed era come una droga, mio fratello quando eravamo piccoli andava a scuola il sabato e io non volevo aspettarlo e volevo andare con mio padre dalla mattina” confida l’atleta.

Una droga sana quella dell’ambizione e della voglia di vincere, insomma determinazione e coraggio che si misurano nella paura che non ha quando scende ad elevata velocità e nella costanza dell’allenamento. “Mi alleno 6 giorni su 7 e faccio due sessioni di allenamento ogni giorno. Quando posso sciare alterno allenamento in pista la mattina e o corsa o bicicletta o palestra il pomeriggio. Quando non posso sciare faccio tutto allenamento a secco, ma comunque non mi fermo mai” racconta. E la paura? A volte c’è ma il vero coraggioso non è chi non ha paura ma chi avendola la affronta. Quando sei lì che scendi a quelle velocità la paura può essere pericolosa, devi essere sicuro dei tuoi mezzi. Io la vivo come adrenalina, una sensazione di libertà che non trovo in nessun’altra parte”.

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Fortuna e infortuni

Non ha paura nonostante gli infortuni che così giovane ha già avuto l’atleta. Dopo un primo infortunio a Cortina nel 2018, ad ottobre scorso si è rotta il legamento crociato anteriore dell’altro ginocchio. “Sono belle batoste, la famiglia ti aiuta ma nella riabilitazione non devi tralasciare nessun dettaglio, fisico e psicologico. Lavorare anche sulla mente è importante per la ripresa. Nel 2018 il rientro fu traumatico, non riuscivo ad avere belle sensazioni quando sciavo. Ora la riabilitazione sta andando bene, conto di tornare sugli sci ad aprile ma il mio obiettivo primario è tornare a sciare godendomela sempre“. Questo è ciò che secondo la Pirovano distingue un atleta da un campione: la capacità di non farsi condizionare psicologicamente la stagione futura da una difficoltà passata. Le difficoltà aiutano a migliorarsi.

Ma non solo le difficoltà. Lo stimolo a migliorarsi sono anche le altre ragazze della squadra dello sci femminile, che sta vivendo un momento di grande talento. “Farne parte è un grande orgoglio. E uno stimolo. Siamo molto unite. Ma la squadra non solo riesce a farti vivere meglio tutto il contesto perché avere un buon rapporto con la squadra ti migliora la performance in pista, ma anche perché le compagne diventano un punto di riferimento e un mezzo di stimolo per migliorarti. Misurarsi con gli altri ti spinge a lavorare ogni giorno su qualcosa, a conoscerti di più” spiega la sciatrice. Poi nelle competizioni a questo livello c’è anche un altro fattore importante: la fortuna. “Tu puoi fare la competizione migliore ma poi il risultato dipende anche da fattori che non puoi controllare” sostiene. Come è successo agli atleti russi e bielorussi esclusi delle Paralimpiadi invernali. Qualcosa che non potevano controllare ha compromesso la loro carriera in questo momento. “Lo sport doveva dare un segnale forte ma empatizzo con gli atleti che dedicano la loro vita allo sport, forse si poteva trovare un compromesso diverso facendoli partecipare in modo neutrale” conclude Laura.

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