E’ una delle nazioni in grado di stare col fiato sul collo degli Stati Uniti, l’Italia. Il sigillo su questa affermazione è stato messo a Budapest dove l’Italia ha segnato una serie di record importanti. Tra vecchie conferme e nuove certezze. Parola a Massimiliano Rosolino, campione olimpico a Sydney nel 2000 e mondiale a Fukuoka nel 2001 nei 200 metri misti.
Italia, paese di nuotatori. Il segreto? La continuità. Parola di Rosolino
L’Italia è una potenza mondiale, nel nuoto. Quello che è successo a Budapest è venuto a conferma di un movimento iniziato già da tempo. Il nuoto non sarà lo sport nazional popolare, primato indiscusso del calcio, ma senz’altro è lo sport nazionale. Gli italiani sono un popolo di nuotatori. La 19esima edizione dei campionati mondiali si conclude per gli azzurri con un medagliere mai visto. Con vecchie conferme e nuove certezze in vista degli Europei di Roma in partenza l’11 agosto.
Sono ben 8 gli ori, 6 gli argenti e 6 i bronzi. Una precedente edizione record nel nuoto fu
Gwangju 2019 con 3 ori, 2 argenti e 3 bronzi. Tuttavia, per numero di ori è stato superato anche il bottino di Fukuoka 2001, che fu un’edizione record con 6 ori, 2 argenti e 4 bronzi. Dato che serve ad illuminare una caratteristica del movimento, la costanza.
Tra gli ori di Fukuoka c’era anche Massimiliano Rosolino, nei 200 misti. Ed è proprio con lui che analizziamo l’evoluzione e la forza del nuoto in Italia. Una forza che neanche il ricambio generazionale scalfisce. Il segreto secondo Rosolino è la continuità. “Rispetto ad altri paesi siamo stati criticati perché prima di diventare un lavoro era una grandissima passione, è più forte di noi. Il nuoto non si ferma mai a differenza di altri sport che hanno un ciclo di vita stagionale. I nuotatori no. Questa continuità è data dalla passione.” E’ da Sidney 2000 che l’Italia primeggia nel nuoto e oggi è arrivata ad un livello di eccellenza unanime mai raggiunto prima. Prima tra le squadre europee, è terza nella classifica a punti per nazioni, dietro solo alle superpotenze Stati Uniti e Australia. In questo mondiale il passo definitivo di grandezza è stato rappresentato dal trionfo della staffetta 4×100 mista maschile.
Rosolino: “Paltrinieri è l’uomo della storia. Ceccon? Mi ricorda Phelps”
Questa gara rappresenta la completezza di un movimento, perché bisogna schierare un atleta in ogni specialità. Fino ad oggi l’Italia non l’aveva mai vinta. Gli Stati Uniti invece mai persa. “Nel 2000, nei 200 e nei 400 stile libero o 200 misti di americani più forti degli italiani non c’erano. Nella storia del nuoto mondiale detta legge perché hanno una forza armata mostruosa. E cercheranno sempre di mantenere questa cultura. Hanno un ricambio elevato di atleti. Ma li abbiamo anche noi. Pensare di aver battuti gli americani, che nel mondo del dorso in tutte le olimpiadi hanno sempre avuto il podio, è una cosa pazzesca. C’è un grandissimo margine almeno di stare col fiato sul collo. Adesso più che mai che anche la staffetta veloce è arrivata sul podio e la mista addirittura vince, anche gli americani avranno più rispetto dell’Italia. Paura mai, rispetto sempre.“
Così, a parte battere gli americani e portare a casa un grande bottino di medaglie, il riconoscimento è un altro aspetto importante. “E’ bello vedere in prima pagina il nuoto“ sostiene Rosolino. “Nel calcio basta fare un acquisto nel nuoto bisogna essere campioni del mondo. Ma io sono per le opportunità non per le vendette. E alla fine la ragione va dalla parte dell’entusiasmo. Anche il calcio quest’anno ci ha regalato emozioni quindi va bene così.” Infine guardando al futuro Rosolino ci saluta con due parole su coloro che secondo lui sono il futuro del nuoto italiano. “Thomas Ceccon mi ricorda Phelps indirizzato su distanze che al momento sono più da velocista. Gregorio Paltrinieri secondo me diventa l’uomo della storia per continuità e potenzialità. Lui non riesce ad accontentarsi e lavora sodo. Fa bene perché può ancora dare tanto.”