Il “Flow” nell’eSport, i metodi del performance coach

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La teoria del Flow, conosciuta nella psicologia occidentale grazie a Mihaly Csikszentmihalyi, è lo stato in cui una persona si trova completamente assorta in un’attività, senza preoccuparsi di nient’altro che la circonda. Non è una trance spirituale in cui si perde ogni contatto con la realtà, ma una sorta di concentrazione intensiva che ci consente di raggiungere risultati inimmaginabili. Ovviamente ha le sue regole, con il controllo e la moderazione tra tutte. Lorenzo Giampaolini, performance coach di MCES Italia, ci ha parlato dell’applicazione di questa teoria negli eSport e negli allenamenti di un proplayer.

Teoria del Flow o esperienza ottimale, come funziona

Leggenda narra che tempo fa, vi fosse un uomo incredibilmente affascinato dalle sue pietre. Le guardava, le ammirava e non riusciva a staccargli gli occhi di dosso. Un giorno, aveva un impegno con il fratello, che non vedendolo ancora pronto a uscire, gli disse che lo avrebbe aspettato sul luogo dell’incontro. Le ametiste tra le mani dell’uomo brillavano di luce propria, finché il fratello non tornò, a fine giornata, trovandolo ancora intento a guardare le sue pietre. Non si era accorto del tempo che era passato“. Così Lorenzo ci spiega il funzionamento del Flow.

L’uomo era talmente intento nella sua attività, talmente assorto e appassionato in quello che stava facendo, da dimenticare ogni contatto con il mondo reale. Applicare questo metodo in ciò che si fa porta risultati sorprendenti, arrivando ad appassionarsi, rendersi immuni alle frustrazioni ed elevando il livello delle proprie prestazioni. Per questo un performance coach come Lorenzo basa il suo lavoro nel far entrare nel Flow i suoi coachee (gli “allievi” di un coach).

flow lorenzo giampaolini
Lorenzo Giampaolini classe 1999 è il performance coach di MCES Italia

Il lavoro di un Performance coach e l’applicazione del Flow

Lorenzo ci tiene a specificare ogni singolo dettaglio del suo lavoro, non è un mental coach, ma sopratutto, il suo metodo non è assoluto. “Come è giusto che sia, il metodo del Flow non è una peculiarità di tutti i performance coach, ognuno lavora come meglio crede“. Ma cosa fa, esattamente, un performance coach? Un performance coach si occupa di seguire l’atleta durante il suo percorso di preparazione alla gara. A differenza di un coach che si occupa di revisionare le sue prestazioni e dare indicazioni tecnico-tattiche, lo aiuta ad arrivare in uno stato di forma mentis ottimale per affrontare la gara al meglio.

“Nelle competizioni di FIFA, ad esempio, l’atleta può portare con sé sul palco durante la gara una persona. Questa il più delle volte è il performance coach: perché lo ha seguito a stretto contatto per tutto il tempo che ha preceduto quel momento, ed è in grado di fargli mantenere la concentrazione tra una gara e l’altra.” Lorenzo è stato un giocatore semi-professionista di CS:GO, prima di avere un burnout. Un burnout è ciò che si verifica quando un giocatore cerca alti livelli di performance ma ogni cosa nel gioco è motivo di stress e nervosismo. Questo intacca lo spirito di squadra e le prestazioni individuali. E’ proprio per evitare che altri giocatori si rovinino in questo modo che ha deciso di intraprendere questa strada. “Se si è caricato troppo dopo una vittoria schiacciante, io faccio in modo che quell’adrenalina non influisca sulle sue prestazioni in modo negativo. Viceversa, se ha ricevuto una sconfitta bruciante, lo aiuto ad utilizzarla come spunto per migliorarsi e non abbattersi“.

Un performance coach segue il suo coachee prima, durante e dopo il Flow.

Evitare il burnout, i consigli del coach

La condizione data dal Flow non è irraggiungibile. Rimanere innamorati di quel che si sta facendo ci permette di ottenere di più. Il coach Lorenzo ci ha indicato dei consigli per utilizzare il Flow e allenarci in modo ottimale. “La cosa più importante di tutte è divertirsi“. Sembrano parole ovvie, ma quante volte vi siete trovati a giocare game di SoloQ solamente perché avevate fretta di scalare, solamente perché un altro amico era connesso o solo perché non sapevate cos’altro fare in quel momento? E’ fondamentale ricordarsi che giocando divertendosi i nostri risultati saranno sempre migliori. “Idratatevi e non eccedete con le durate di allenamento, differentemente da quanto si crede, la quantità non è uguale alla qualità“. Allenarsi più del dovuto porta spesso a bruciare quanto di buono fatto durante un allenamento precedente.

La routine è un altro aspetto da non sottovalutare. Dormire bene, definirsi degli obiettivi da affrontare per gradi ci permette di avere un quadro chiaro delle nostre intenzioni e dei nostri progressi“. Alla routine si affianca la metodologia e la sicurezza delle nostre azioni. Prima della gara, durante e dopo, è importante essere sempre sicuri di quel che si fa, perché se non si è certi, qualsiasi cosa riuscirà male, anche la più elementare. “Come diceva Flusha (player di CS:GO per i Fnatic): agite in modo sicuro, anche nella cosa più stupida“, perché sarà proprio la sicurezza e consapevolezza nei propri mezzi a risultare fatale per un avversario che sottovaluterà l’inusuale. Ultima, ma non per importanza, viene la consapevolezza fisica di sé stessi nello spazio. “Bisogna sentirsi comodi nell’utilizzare i propri strumenti, e quindi essere presenti nel momento, senza vagare con la testa verso pensieri esterni al gioco“.

Quindi, utilizzate le vostre periferiche, in modo da essere sempre comodi e a vostro agio. Non è garantito che con questi piccoli consigli arriverete ad un incremento spaventoso delle vostre prestazioni in gioco, ma sicuramente imparerete a godervelo di più, e meglio.

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