Allenamento, preparazione, dedizione, impegno ed amore per lo sport, elementi primari nella vita di Carlo Macchini, ginnasta classe ’96 tra i migliori in Italia. A suon di risultati è entrato di diritto nell’élite dei fuoriclasse della sbarra. La palestra, la sua casa. Il sogno, le Olimpiadi 2024. ‘Bistecca’, il suo soprannome. Si è raccontato a l’Atleta.
Passione folle per la ginnastica. “Entrai in palestra a 4 anni”. Sostegno della famiglia, tanti sacrifici e sogno Olimpiadi
L’imprinting avviene quando due oggetti o esseri viventi si legano improvvisamente e indissolubilmente. Questo è successo al ginnasta Carlo Macchini, entrando per la prima volta in palestra. “Amore a prima vista, fulmine a ciel sereno. Entro in palestra piccolissimo, avevo 4 anni. Mi ci portarono i miei genitori perché in casa ero troppo vivace – ride Carlo mentre racconta – volevano canalizzare la mia frenesia in qualcosa che mi tenesse impegnato e mi aiutasse a crescere. La palestra era una valvola di sfogo ideale per il mio dinamismo estremo”. La famiglia, elemento principe nella vita degli atleti: “Sono 22 anni che frequento la palestra. Il rapporto con esercizi, attrezzi e allenamenti è carnale, viscerale. Come in ogni rapporto ci sono momenti difficili, dove occorre compiere molti sacrifici, è lì che la mia famiglia mi sostiene. Papà e Mamma mi hanno aiutato sempre, non spingendomi troppo, ma capendo quando era necessario spronarmi”.
“Nei momenti down avere qualcuno vicino è importante. Il genitore è il lavoro più difficile del mondo, sono davvero fortunato ad avere due professionisti del settore” sottolinea, ridendo, Carlo. In palestra, quando hai capito di avere qualcosa in più degli altri? “La vita tra tappetini, sbarre e anelli mi è sempre piaciuta, ma non pensavo potesse diventare un lavoro, nemmeno dopo gli ori a EYOF-2013. Poi nel 2015 compresi che potevo spingere al massimo e vincere. Durante esercizi complessi o quando qualcosa va storto, mi chiedo ‘ma chi me l’ha fatto fare?’, però risponde la mia vocina interiore gridando vai avanti”. Il sogno più grande? “Partecipare alle Olimpiadi, in questo ammiro Igor Cassina, vero campione. Nel 2015, per qualche mese, è diventato mio allenatore, è stato fantastico. Mi ispiro anche ad Aljaz Pegan, ex-ginnasta sloveno. Ha inventato il movimento Pegan, ad oggi, sono uno dei pochi ad eseguirlo in gara”.
Carlo Macchini, Mondiali, medaglie e Fiamme Oro. Guadagni e crescita della ginnastica di oggi. Ma, forse, ci sono troppe pressioni psicologico-mentali?
‘Bistecca’ (il soprannome dato a Carlo Macchini dall’allenatore dopo un’abbronzatura troppo ‘arrossata’), vive da sempre a Fermo, nelle Marche e fin dall’inizio riesce bene in tutto. Nella sbarra, però, è formidabile. Oro al ‘Festival olimpico della gioventù europea’, 1° posto di squadra in SerieA, poi nel 2020 e 2021 due ori consecutivi alla sbarra nei Campionati Italiani. Stessa musica in Coppa del Mondo, l’ultimo oro datato marzo in Egitto. Risultato storico ai Campionati mondiali: “4° posto con la squadra azzurra a Novembre a Liverpool. E’ stato speciale, da 100 anni l’Italia non si piazzava così in alto”. La Nazionale è in ascesa? “Siamo migliorati. Non siamo una superpotenza, ma questi risultati dimostrano che possiamo fare molto bene. In generale, la ginnastica italiana è cresciuta molto. Il movimento, negli ultimi anni, ha fatto grandi passi in avanti, coinvolgendo sempre più giovani e appassionati. Sono orgoglioso di contribuire con i miei risultati”.
Nel 2020 le Fiamme Oro? “Esatto. Dopo anni fantastici con la Fermo85, il privilegio di entrare nelle Fiamme Oro. Far parte del loro Gruppo sportivo è motivo di orgoglio perché ho trasformato la mia più grande passione in un lavoro. Ringrazio la Fermo85 perché ogni giorno mi permette di allenarmi nella loro palestra”. Riesci a vivere solamente di sport? “Si, grazie al Gruppo sportivo Fiamme Oro. Percepisco uno stipendio perché sono un poliziotto a tutti gli effetti. In Italia, sono uno dei pochi a farne parte. I soli premi delle gare non bastano”. Ginnastica ritmica sotto shock dopo dichiarazioni di atlete che hanno subito violenze psicologiche e verbali. Cosa ne pensi? “La vita da sportivo, in alcuni aspetti, non è semplice, è tosta, ma non così come viene dipinta dai media. Addetti ai lavori del centro tecnico mi hanno raccontato versioni in parte differenti. Il problema, credo, non riguardi la ginnastica in generale, ma chi in quel momento si trova in palestra. Ci sono ‘strutture-paradiso’ come quella dove mi alleno, oppure palestre gestiste da allenatori ignoranti. Non è tutto marcio. Molto dipende dall’ignoranza di determinate persone”.