Home Esport Rekkles e Perkz, le bandiere ammainate nell’Europa degli esports

Rekkles e Perkz, le bandiere ammainate nell’Europa degli esports

Fnatic e G2, Rekkles e Perkz, la sfida eterna che dura da generazioni. Lo scontro al vertice tra le compagini che si affrontano negli LEC ha visto ogni tanto qualche squadra emergere, ma alla fine, ci sono sempre loro. Come ogni top team che si rispetti, entrambe hanno il loro giocatore simbolo, il capitano, la bandiera che ha giurato eterno amore ai colori della squadra. O meglio, avevano. Alla fine di ogni season, il mondo competitivo di League of Legends apre il mercato dei trasferimenti, ed è proprio qui che è successo l’impensabile.

G2 Rekkles, l'affare del secolo per i Samurai d'Europa
Rekkles con la sua nuova maglia, quella dei G2 Esport

Rekkles, il simbolo dei Fnatic

Martin Larsson (24) e Luka Perkovic (22), sono stati per anni il simbolo, rispettivamente, di Fnatic e G2 Esport. Rekkles gioca con i colori dei Fnatic già dal 2012, arrivando ad esordire negli EU LCS nel 2014. Conquista subito la finale degli Intel Extreme World Championship, il titolo europeo nello Spring Split e l’MVP della prima settimana. E’ proprio in quell’anno che riesce a guadagnarsi l’adorazione di milioni di fan in tutto il mondo, facendo dei Fnatic il team con più tifosi d’Europa. Nello stesso anno, però, Rekkles accetta la corte degli Alliance, registrando il primo acquisto di un giocatore nel mondo del competitivo di League of Legends.

La sua avventura con il nuovo team dura solo uno split, i risultati sono deludenti.
I Fnatic lo riaccolgono a braccia aperte e lui giura fedeltà eterna ai colori della squadra inglese. “Permettermi di ritornare mi ha fatto capire quanto speciale fosse la squadra a cui mi ero legato. Perché chi mai avrebbe permesso ad un giocatore di tornare dopo che se ne era andato così? Forse solo i Fnatic”.

Martin Larsson (Rekkles), è senza dubbio la più grande star della storia dei Fnatic

Da Perkz e Caps a G2 Rekkles

Da due anni a questa parte, però, sono i G2 a dominare, arrivando a superare persino i titoli conquistati dai Fnatic. Due anni, proprio da quando i G2 sono riusciti a sottrarre ai Fnatic, Caps. Guadagnando, tra le fila della squadra nero arancione, il titolo di “Baby Faker” e vincendo ogni split a cui ha partecipato, Caps ha impressionato persino Perkz, disposto a cedere il suo posto in corsia centrale per adattarsi a quella inferiore. L’esperimento ha avuto successo. Perkz e Caps insieme sono riusciti ad ottenere quattro split, un MSI, ed una finale e semifinale ai Worlds.

II passare del tempo, però, ha fatto riemergere la voglia di Perkz di essere al centro del progetto di una squadra e la consapevolezza di esprimersi al meglio nel ruolo che lo caratterizza da sempre, quello del midlaner. Così i G2, per non privarsi di Caps, lo cedono ai Cloud9, per una cifra che si aggira tra i 4 e i 5 milioni di dollari. Orfani del loro botlaner, compiono un’azione di mercato che ha dell’incredibile. Forti del loro roster competitivo e facendo leva sulla volontà del giocatore di vincere il Mondiale, riescono ad ingaggiare Rekkles. Privando la squadra rivale del suo simbolo, i G2 fanno quasi passare inosservata la perdita di Perkz, e riescono a guadagnare anche un numero di tifosi impressionante che vorrà continuare a seguire il suo beniamino piuttosto che la squadra per cui giocava prima.

Luka Perkovic (Perkz), ha lasciato i G2 per i Cloud9 in Nord America

LCS, gli emiri di League of Legends

I campionati più importanti del competitivo di League of Legends sono 4: LEC (Europa), LCS (Nord America), LCK (Corea del Sud) e LPL (Cina). Mentre per motivi di lingua e comunicazione è difficile vedere un giocatore passare da un campionato occidentale ad uno orientale, non è impossibile vedere compiere il viaggio opposto.
Il campionato americano (LCS), non è famoso per il livello di competitività. Lo è sicuramente per l’alto livello dei players che ci vanno a giocare, o come molti maligni diranno, a svernare. Ed è proprio quello che si è detto di Perkz, quando ha accettato la corte dei Cloud9, preferendo un ingaggio da sogno ad una figura decente ai Worlds. E come biasimarlo? D’altronde, la vita competitiva di un pro player di League of Legends è molto breve. Un ragazzo di 22 anni difficilmente può rifiutare un ingaggio multimilionario come quello che si è visto offrire.

Perkz è solo uno dei tanti giocatori provenienti da altri campionati che quest’anno è sbarcato in America per vedere lievitati i propri introiti. Un esempio è Alphari, toplaner degli Astralis (Ex Origen), ammaliato dal Team Liquid e dal fascino di un contratto che dovrebbe superare i 4,5 milioni di dollari in tre anni. L’America cerca di attirare nel proprio campionato i grandi giocatori, nel tentativo di colmare l’enorme gap con le altre regioni. Fino ad oggi, le prestazioni in ambito internazionale non le hanno dato ragione. Riuscirà Perkz a portare nuovo lustro alle LCS?

Esport stars, influencer anche prima che giocatori

Quello che colpisce maggiormente dell’approdo di Rekkles ai G2, non è tanto il lato competitivo. I G2 avevano già un roster stratosferico, cedendo Perkz hanno perso un talento e un trascinatore, sì ma pur sempre un giocatore “fuori ruolo”. L’operazione è un successo anche e soprattutto per questioni d’immagine e tifo. Quando era ai Fnatic, Rekkles ha rilasciato una collezione di vestiario e accessori per il gaming con il suo marchio. Sempre in collaborazione con i Fnatic, che ha messo in vendita gli articoli sul suo sito, è andato tutto in sold out nel giro di pochi giorni. I giocatori guadagnano il loro successo sicuramente sul campo, durante le partite, ma è quello che succede fuori a rinsaldare il loro rapporto con i tifosi. La piattaforma che fa capire quanto un pro player ha seguito è sicuramente Twitch.

Molti dei più celebri giocatori di League of Legends guadagnano anche (e alcuni soprattutto), andando in live e trasmettendo le proprie partite. Ne è un esempio Jankos, uno dei più costanti. Rekkles, invece è proprio un caso a parte. Il botlaner più amato del mondo non è uno streamer assiduo, ma i suoi numeri sono impareggiabili. Qualche giorno dopo l’annuncio del suo arrivo nel nuovo team, è andato live, e ancora prima che la sua faccia comparisse davanti alla webcam, c’erano già più di 30mila persone connesse ad aspettarlo. E’ curioso vedere come una persona che ha appena infranto il cuore di migliaia di tifosi dei Fnatic riesca ad avere un seguito così numeroso. Grafiche pubblicitarie rinnovate, merchandising dei G2 in promozione, e frotte di fan pronte a dimostrare il proprio sostegno nei suoi confronti, qualunque sia il team per cui decida di giocare. Un aspetto che è proprio del mondo esports.

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