Ocelote via dai G2, la fine di un’era

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Carlos “Ocelote” Rodriguez non è più il CEO dei G2 Esports. La comunicazione è arrivata nel weekend, in pieno stile Carlos, ed è stata subito seguita da un comunicato ufficiale dell’organizzazione. Dopo più di otto anni dalla sua fondazione nel Febbraio del 2014, il team nove volte campione d’Europa, non avrà più il suo uomo simbolo a rappresentarlo. Una notizia che può sembrare una tragedia, ma che sembra quasi un’inevitabile conseguenza delle sconsiderate decisioni e dichiarazioni dell’ormai ex CEO dei G2.

Ocelote non è più il CEO dei G2 esports
Il comunicato stampa con il quale i G2 Esports hanno annunciato le dimissioni da CEO di Carlos Ocelote Rodriguez

Ocelote: tutto ha inizio da un maledetto festino

Sabato 17 settembre 2022. Nel mezzo di un pomeriggio che sembrava essere tranquillo, Ocelote decide di prendere il suo telefono e tweettare un video girato la sera prima. “Yesterday we celebrated G2‘s world championship“, erano le parole che accompagnavano un video di gente intenta a celebrare con bottiglie di champagne e sigari. Soltanto una festa, di certo non qualcosa per mettere alla gogna qualcuno, se non fosse che tra i partecipanti si può vedere distintamente Andrew Tate. L’ex kickboxer, al centro di numerose controversie legali, si è reso anche protagonista di infelici dichiarazioni misogine e sessiste. Dopo aver terminato la sua carriera sportiva, Emery Andrew Tate, si è reinventato influencer, senza mai vergognarsi di esprimere le sue idee incredibilmente sessiste.

L’ideologia di Tate non è semplicemente controversa. Più volte, l’ex kickboxer ha dichiarato che le donne vittime di stupro dovrebbero prendersi le loro responsabilità per l’accaduto. Nel 2016, dopo essere stato invitato al Grande Fratello inglese, appare sul web un video in cui aggredisce fisicamente una donna, colpendola con una cintura. Solo sei giorni dopo, è estromesso dal reality. Mai una scusa, mai una dichiarazione di pentimento, Tate si è rifugiato in Romania perché secondo lui “nei paesi dell’Est è più difficile essere perseguiti per uno stupro”. Ad Aprile del 2022, l’Ambasciata americana ha avvisato la polizia rumena che all’interno della sua casa ci sarebbe potuta essere una donna tenuta sotto sequestro. Le indagini per traffico di essere umani sono ancora in corso.

Andrew Tate, dopo il festino con Ocelote
Andrew Tate, ex kickboxer, è noto per essere stato bannato da ogni piattaforma social a causa delle sue dichiarazioni esageratamente misogine e sessiste.

“I draw my line here, I party with whoever the **** I want.”

Fatto il misfatto, si potrebbe dire che con un’accurata operazione comunicativa, si poteva riparare il danno dell’ormai ex CEO dei G2. Il problema è che la sua risposta alle critiche non si è fatta attendere, ma è con questa che Ocelote ha messo la definitiva pietra tombale sulla sua credibilità. É il caos. L’enorme fanbase dei G2 reagisce immediatamente. Jersey dilaniate, critiche, e citazioni al tweet impazzano nel feed. Con solamente due tweet di Ocelote, i G2 vedono scomparire gran parte della loro incredibile fanbase. La prima dichiarazione della Org sospende Carlos dallo stipendio e dall’incarico per otto mesi, cercando di mettere una toppa sull’enorme squarcio appena aperto. Dopo aver annunciato un team femminile di League of Legends, con uno di Valorant già attivo, certe azioni sembrano essere incoerenti con l’operato e l’ideologia del team.

Le otto settimane di pausa non sono sembrate sufficienti per Riot Games, che ha dovuto intervenire, emarginando il più possibile un team molto lontano dalle linee guida della community e dai valori che l’esport vuole trasmettere. Dall’annuncio delle squadre partecipanti al franchising di Valorant, infatti, sembra mancare un nome: G2 Esports. Sembra che sia partita anche un’indagine da parte di LEC, per prendere provvedimenti nei confronti del team più vincente d’Europa. Circondato, Ocelote non ha potuto fare altro che arrendersi. Con un video prima, e un comunicato ufficiale poi, il creatore, owner e CEO dei furono Gamers2, annuncia di essersi dimesso.

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