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LCS: gli spettatori sono sempre meno

Grazie alla vittoria sui Golden Guardians nella finale dello Spring Split i Cloud9 hanno conquistato il loro sesto titolo nordamericano dell’LCS di League of Legends. Si trovano adesso a una sola distanza dai TSM, sette titoli, dei quali si vocifera potrebbero presto abbandonare la lega. I veri sconfitti infatti non sono i Golden Guardians ma lo stesso campionato che ha registrato il peggior dato di sempre per numero di spettatori.

Emenes, midlaner coreano, solleva il trofeo dell’LCS: per i Cloud9 è il secondo titolo consecutivo (Credits to @LCSOfficial)

I numeri sull’LCS

La finale di domenica ha registrato un picco di 271.376 spettatori secondo il sito Esports Charts. Si tratta di un dato nuovo per l’LCS che nella sua storia, almeno fin da quando il sito registra la viewership degli eventi, non era mai scesa sotto i 360.000: il record negativo precedente risale per l’esattezza al Summer 2021 quando la finale tra 100 Thieves e Team Liquid raggiunse il picco di 364.328 spettatori.

In generale lo Spring Split 2023 ha subito una flessione del 22% sulle ore viste dagli utenti per l’intero campionato, scese dalle 19 milioni registrate nel Summer 2022, appena uno split fa, alle 14,8 milioni di oggi. In media le partite hanno avuto 109.759 spettatori. Solamente le due finali, del Loser e del Winner Bracket, giocate dal vivo a Railegh sono riuscite a superare i 200.000 utenti nel corso dell’intera stagione. Per fare un paragone, il campionato brasiliano CBLOL non è molto distante. La media stagionale è quasi identica con 109.670 spettatori, di poco inferiore, ma la finale tra Loud e Pain ha raggiunto un picco di 239.648.

Il picco di spettatori delle finali LCS dallo Spring 2017 allo Spring 2023

I problemi di calendario

Una delle giustificazioni principali al tracollo della viewership è probabilmente da ricercare nel cambio di giorni di gioco. L’LCS è sempre stata disputata nel weekend: questo è il primo split in cui si è deciso di spostare le giornate di campionato alla settimana, il giovedì e il venerdì. Sia per scostarsi definitivamente dall’LEC europea che per lasciare spazio durante il weekend alla lega americana di Valorant, titolo competitivo sempre di Riot Games. Salvo poi disputare la finale il giorno di Pasqua.

Tuttavia l’impatto non sembra essere stato significativo. Rispetto al Summer 2022 la media è scesa di meno di 6.000 spettatori. Al contrario potrebbe essere determinante la crisi che alcuni team, soprattutto quelli storici e più apprezzati, stanno attraversando. A parte i Cloud9 arrivati in finale, organizzazioni come TSM, 100 Thieves, Team Liquid sono rimaste fuori. Chi dai playoff e chi, come gli 100T, sono state eliminate quasi subito dalla contesa. Non si tratta però solo di una crisi competitiva.

Il pubblico accorso a Railegh per assistere alla finale dell’LCS il giorno di Pasqua (Credits to @LCSOfficial)

LCS: è addio di massa?

Secondo l’esports journalist che su Twitter risponde al nome di LCS Eevee, più della metà dei team attualmente presenti nell’LCS starebbero considerando l’ipotesi di lasciare il campionato vendendo il proprio slot. Lo hanno già fatto i CLG, organizzazione figlia del gruppo aziendale Madison Square Garden (lo stesso che detiene la proprietà dell’omonima arena di New York). L’intero asset è stato ceduto agli NRG Esports, org tra i cui investitori figura anche la leggenda NBA Shaquille O’Neal, per citarne uno. I TSM, dal canto loro, pochi mesi fa hanno visto la sponsorship da 210 milioni di dollari firmata con FTX svanire nel nulla a seguito della bancarotta dell’azienda di criptovalute.

Una possibile soluzione allo studio della direzione dell’LCS, secondo quanto riportato da Christopher “Montecristo” Mykles, esponente della scena esports nordamericana, sarebbe quella di utilizzare anche per l’LCS un formato competitivo simile a quello adottato quest’anno dall’LEC. Un modo per rimescolare le carte e rendere la competizione più appetibile. Il che è un controsenso perché, per stessa ammissione di Riot Games, l’LCS è attualmente la seconda lega più remunerativa a livello globale in termini di sponsorizzazioni. Il pubblico, però, non sembra pensarla allo stesso modo.

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