Cari boomers, ecco a voi la guida definitiva a cosa sono gli esports.
Nel caso vi steste chiedendo chi siano i boomer, si tratta dei nati tra gli anni ’40 e ’60, nell’epoca del boom demografico. In eterno conflitto con le generazioni a seguire, non le comprendono e tanto faticano ad apprezzarne stile e passioni. Passioni “nuove”, neonate, che stanno vedendo i loro contorni delinearsi, circondate da una cortina fumogena di insicurezza e diffidenza. Passioni come gli esports.
Cosa sono gli esports e perché non sono “soltanto videogiochi”
Gli esports sono i giochi elettronici competitivi. Non si tratta solo di videogames sui quali “i giovani d’oggi perdono tempo invece di pensare alle cose serie”. Si tratta di sport, di competizione. Si tratta di allenarsi per uno scopo, di giocare per vincere, di sognare palchi internazionali dove mettere in mostra sé stessi e il proprio talento.
Come in un qualsiasi sport, esistono squadre, esistono campionati e tornei; con tanto di sponsor e premi in denaro dai molti zero. Esistono sogni, speranze, favole. Esiste la passione, e la consapevolezza di far parte di qualcosa di nuovo che diventa sempre più grande.
La cosa più importante è che, come in un qualsiasi sport, esiste un tifo. Un tifo composto in primo luogo da giocatori, è vero, ma è un tifo di persone appassionate. Un tifo pulito, corretto, dove i sostenitori delle squadre non si scontrano violentemente tra di loro, ma si confrontano, stringono amicizie, legami, sotto l’unica bandiera della passione comune.
Più spettatori di una finale NBA?
Anno dopo anno, gli esports stanno vedendo un esponenziale aumento di pubblico, consensi e interesse. Potrà sembrare strano, ma pur limitandosi ad una trasmissione delle loro partite online e non sui canali televisivi più famosi, i numeri toccati dai tornei dei giochi più famosi sono vertiginosi. Prendiamo ad esempio l’esport attualmente più seguito e visto del mondo intero: League of Legends. Ogni anno, nel periodo di Ottobre, Riot Games, la casa produttrice del gioco, organizza un torneo chiamato World’s Championship. Squadre da 13 paesi diversi del mondo competono in questo torneo, che viene trasmesso in 16 lingue diverse e ha un montepremi oltre il milione di euro. La finale del 2019, andata in onda il 10 novembre nella AccorHotel Arena di Parigi, ha avuto un picco di visualizzazioni di 44 milioni di persone.
Di fronte a 15.000 persone, la finale ha avuto la sua cerimonia d’apertura, con spettacoli pirotecnici e musicali, proprio come un qualsiasi mondiale di un qualsiasi sport. Ogni anno viene prodotta ad hoc una canzone del mondiale, un inno, come l’indimenticabile “Waka waka” dei mondiali di calcio in Sudafrica. Questi numeri continuano a crescere, considerando che pochi anni prima, nel 2017, il picco massimo di visualizzazioni era arrivato a 36 milioni, quando quello della finale NBA tra Cavaliers e Warriors aveva registrato il record di 31.
La spietata critica di chi non conosce
Le critiche agli esport non mancano. L’ignoranza, intesa come mancanza di conoscenza, gioca brutti scherzi a chi deve giudicare, portandolo ad esprimere giudizi privi di solide fondamenta logiche. Le frasi più comuni che si sentono in giro sono sempre le stesse. “Sono solo videogiochi, non dovrebbero essere su un canale sportivo”. “Guardare la gente che gioca ai videogame non è come guardare la gente che gioca a calcio, è come guardare persone giocare al Fantacalcio”. “Se non sudi come fai a definirlo sport?”. Il sacrificio, il talento, la passione; sono tutte cose note solo agli occhi di chi guarda, di chi è curioso di scoprire, e risultano subito evidenti anche solo a chi si avvicina a questo mondo.
L’esport però, non combatte le critiche con il ferro e il fuoco. L’esport porta i numeri e i sentimenti delle persone che lo vivono, andando avanti per la sua strada, con il sorriso beffardo di chi è consapevole che presto, l’opinione pubblica cambierà. Ma intanto, senza preoccuparsi del quando, si concentra sul regalare nuove emozioni giorno dopo giorno, stupendo e crescendo nei cuori di chi comincia ad apprezzarlo.