Lo spagnolo e il serbo sono separati da appena 200 punti nel Ranking ATP. Ma sembra difficile, in questo momento, ipotizzare che qualcuno possa mettere realmente in difficoltà l’attuale numero 1. La sfida Alcaraz-Djokovic durerà fino al termine della stagione?
Alcaraz-Djokovic, una sfida che potrebbe durare ancora per poco
La scorsa settimana si era profilata una situazione molto interessante relativamente alla classifica mondiale dell’ATP. Se Carlos Alcaraz avesse trionfato nel torneo di Rio de Janeiro (ATP 500), lo spagnolo avrebbe raggiunto Novak Djokovic in vetta al Ranking, con lo stesso numero di punti del serbo. L’attuale numero 1 sarebbe comunque rimasto tale, perchè in caso di parità, il regolamento prevede che la disciminante sia il maggior numero di punti ottenuti sommando Slam, Masters 1000 obbligatori (tutti tranne Monte-Carlo) e ATP Finals. Ipotesi che comunque non si è realizzata, perché Alcaraz è stato battuto in finale da Cameron Norrie, bravo a rimontare uno svantaggio di 5-7 0-3 e 0-30, facilitato anche dai problemi fisici del tennista iberico. Djokovic ha quindi mantenuto un vantaggio di 200 punti sul rivale dopo l’aggiornamento della classifica dello scorso lunedì.
Purtroppo per “Carlitos”, i problemi fisici lo stanno perseguitando nell’ultimo periodo. Era stato costretto a saltare le ATP Finals 2022, poi l’Australian Open all’inizio della nuova stagione, e ora è nuovamente fuori dai giochi per il torneo di Acapulco. Dopo essere diventato il più giovane numero 1 della storia del tennis, Alcaraz sta quindi attraversando un periodo abbastanza difficile. Il fatto che al rientro dopo alcuni mesi sia stato in grado di vincere un torneo (a Buenos Aires) e giocare un’altra finale, conferma che il talento per stare a quei livelli c’è, ma l’attuale situazione di classifica è certamente influenzata dai tanti ottimi risultati ottenuti l’anno scorso. In questo 2023, la distanza da Djokovic è infatti molto ampia (nella Race il serbo ha già totalizzato 2.250 punti contro i 550 dello spagnolo). Sembra quindi difficile pensare che la sfida tra i due possa andare avanti ancora per molto.
Chi può impensierire la leadership di Djokovic?
Le considerazioni fatte in precedenza, ci portano a cercare un altro rivale per il serbo, in ottica classifica mondiale di fine anno. In avvio di stagione, Stefanos Tsitsipas si era proposto come primo avversario di Djokovic, raggiungendo la finale all’Australian Open e perdendo una partita relativamente lottata. Nella Race to Turin, ossia la classifica che tiene conto solo dei risultati ottenuti da gennaio del 2023, il giocatore greco è l’attuale numero 2. Ma non va sottovalutato il ritorno di Daniil Medvedev. Dopo un 2022 molto negativo, in particolare dalla finale persa contro Rafael Nadal a Melbourne, il russo nelle ultime settimane sembra essere tornato a giocare il suo miglior tennis. Ha vinto uno dopo l’altro i tornei di Rotterdam (ATP 500) e Doha (ATP 250) e questa settimana è ancora in corsa a Dubai. Da lunedì prossimo potrebbe già salire sul gradino più basso del podio nella Race.
Attenzione anche agli americani, e in particolare a Taylor Fritz – primo statunitense in top 5 ATP da Andy Roddick nel 2009 – che ha iniziato la stagione con il piede giusto. E poi c’è il nostro Jannik Sinner, che ha già vinto un titolo (a Montpellier) e raggiunto una finale (Rotterdam) nel 2023. Ma possono rappresentare dei reali pericoli per la leadership di Djokovic? Tsitsipas e Medvedev sembrano essere degli avversari più temibili di Fritz e Sinner, da questo punto di vista. Ma la realtà è che sarà decisiva (per tutti) la volontà di Djokovic di concentrarsi sull’intera stagione tennistica, oppure la scelta di dare il meglio solo nei grandi appuntamenti (Slam e ATP Finals) lasciando sfogare gli altri nei restanti eventi. Ultimamente, Novak ha spesso optato per la seconda opzione. E questo potrebbe dare a molti avversari la chance di combattere con lui per il numero 1 a fine anno.