Home CURIOSITÀ Rugby, lealtà e valori: esempi leggendari di fair play

Rugby, lealtà e valori: esempi leggendari di fair play

Tra gli sport più praticati al mondo. Sembra rude, antiestetico e pericoloso, ma per gli appassionati è sinonimo di rispetto e lealtà. Il rugby è l’ossimoro perfetto tra il duro scontro di due squadre ed il rispetto massimo di regole e avversario. l’Italrugby è tornata a vincere al Sei Nazioni e questo risultato ha posto l’attenzione su un episodio di rara lealtà sportiva. Protagonisti Capuozzo e Adams. In uno sport dove i valori sono essenziali, ecco gli esempi leggendari di fair play nel rugby.

I giocatori della Benetton Treviso rasati a zero per il compagno Nasi Manu

Il rugby italiano simbolo di correttezza, rispetto e partecipazione: esempi leggendari di fair play

Viaggiando tra i valori profondi dello sport, mostreremo come disciplina, rispetto dell’avversario, autocontrollo, solidarietà, correttezza e lealtà trovino massimo compimento nel rugby. Questi elementi sono i capisaldi di ogni disciplina sportiva, ma solo nel rugby vengono riconosciuti pienamente come tali. In altri ambiti, come il calcio, spesso si dà maggior peso alla vittoria, mentre qui, oltre alla prestazione, è fondamentale la stima verso l’avversario, perché tutti sono indispensabili. Un esempio perfetto di solidarietà e partecipazione appartiene alla città di Treviso. Nel 2018, in occasione del match di Challenge Cup, giocatori, allenatore e staff della Benetton Treviso scesero tutti in campo con i capelli rasati a zero, esprimendo vicinanza al loro compagno Leone Masi Manu, che da lì a poco avrebbe dovuto affrontare diversi cicli di chemioterapia. Un gesto collettivo di forte umanità.

Dalla squadra più importante d’Italia, quale è la Benetton Treviso, scendiamo in Serie B, dove il rispetto per l’avversario raggiunge vette altissime. Fair play allo stato puro. Siamo ad Asti, stagione 2017/2018, si gioca il derby tra Monferrato e Biella. A vincere è il Monferrato, complice anche l’espulsione della terza linea biellese Emilio Vezzoli, che secondo l’arbitro ha scalciato il capitano avversario, Roberto Mandelli, mentre era a terra. Un gesto grave, che il giudice sportivo punisce, squalificando Vezzoli per 4 mesi. Dimostrando grande fair play e correttezza verso l’avversario, Mandelli prende le difese di Vezzoli e spontaneamente scrive alla Federazione, spiegando di non aver preso nessun calcio o pestone e chiede che la squalifica venga cancellata. Nel rugby, non solo si aiuta il compagno, ma si tende la mano anche all’avversario.

In mischia, il giocatore Tala Gray intento a proteggere il corpo dell’avversario Bruni a terra per infortunio

Dall’aiuto reciproco al riconoscimento della superiorità di un avversario: Tala Gray, Umaga, Capuozzo e Adams.

Continua la carrellata degli esempi leggendari di fair play nel rugby. Siamo in Francia, big match tra Lione e Tolosa. ll risultato non conta, perché a passare alla storia è l’eccezionale gesto compiuto da Tala Gray. Nel pieno di una mischia, Virgile Bruni si rompe i crociati del ginocchio sinistro e cade a terra. Con le due squadre in lotta per il possesso palla e con l’arbitro che segue l’azione, nessuno si accorge di Bruni, eccetto il suo avversario Tele Gray. L’attaccante del Tolosa si precipita sopra il collega, copre con il suo corpo il ginocchio malandato ed allontana i giocatori, avvertendo che Bruni non sta bene. Anziché la meta, Tele Gray ha scelto di soccorrere un avversario. Un gesto di grande solidarietà, che gli è valso il Fair Play Award. Dalla Francia spostiamoci alla sfida tra Galles e Nuova Zelanda del 2003. Protagonista è Tani Umaga, capitano neozelandese. Dopo uno scontro di gioco, un avversario rimane a terra dolorante, ma la Nuova Zelanda prosegue lo stesso l’azione. Umaga, accortosi dell’avversario, decide di fermarsi e correre in suo soccorso. Gesto esemplare. In campo tutti siano indispensabili, sia compagni che avversari.

Impossibile concludere senza citare uno degli ultimi esempi leggendari di fair play nel rugby. Protagonisti sono Josh Adams ed Ange Capuozzo. Entrambi giocatori simbolo delle loro nazionali, lo scorso 19 marzo hanno dato spettacolo nella sfida che l’Italrugby ha vinto contro il Galles, tornando alla vittoria nel Sei Nazioni dopo 36 sconfitte. A fine gara, dopo una partita di alto livello, Josh Adams è stato nominato man of the match. Il Gallese, tuttavia, non sentiva suo quel premio e ha deciso di donarlo al vero protagonista della partita, Ange Capuozzo, autore della giocata decisiva. Adams, durante i festeggiamenti della Nazionale Italiana, ha percorso tutto il campo alla ricerca del giovane estremo italiano ed una volta raggiunto, ha insistito per donargli la medaglia di MVP. Un gesto di profonda sportività e stima tra un campione ed un giovane ragazzo. Un esempio di grande rispetto tra due avversari, che riconoscono la superiorità dell’uno sull’altro.

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