A Tokyo vedremo i primi robot alle olimpiadi. No, non prenderanno parte ad alcuna competizione ma avranno un ruolo centrale in tutta la manifestazione. Il Tokyo 2020 Robot Project è stato annunciato nel 2019 e punta a fare di quella del Sol Levante, la prima edizione robotizzata dei giochi. In collaborazione con aziende leader nella robotica (Panasonic e Toyota), il governo e il comitato olimpico giapponese metteranno a disposizione di atleti, spettatori e operatori, le migliori tecnologie del settore.
La mascotte delle olimpiadi è un robot
Miraitowa è la mascotte delle olimpiadi giapponesi. Il suo nome è composto da mirai (futuro) e towa (eterno, eternità) e rappresenterà i giochi estivi di Tokyo 2020. Somety è invece la mascotte delle paralimpiadi ed il suo nome è un gioco di parole tra Someiyoshino (un tipo di bocciolo di ciliegio) e “so mighty” (così potente in inglese). Entrambi esprimono a pieno il senso dei giochi e non solo nei suoi valori morali. Le due mascotte, infatti, sono anche il simbolo dell’innovazione dei giochi di Tokyo.
Non sono solo dei loghi o dei grandi costumi colorati che qualche sfortunato dovrà indossare nell’estate giapponese. Miraitowa e Somety sono dei veri robot. 20 modelli saranno attivi contemporaneamente durante tutte le giornate dei giochi. Daranno il benvenuto agli atleti e agli spettatori nelle varie location sparse per la città, permettendo anche ai più piccoli di godersi lo spettacolo. Le telecamere posizionate sulla parte frontale della testa, saranno in grado di riconoscere le persone attorno al robot che potrà quindi interagirci. Movimenti come una stretta di mano o un cinque battuto a un atleta li renderanno molto umani e i grandi occhioni elettronici trasmettono le emozioni della piccola mascotte.
I robot alle olimpiadi a supporto dei disabili
Lo Human Support Robot (HSR) e il Delivery Support Robot (DSR), entrambi progettati da Toyota, serviranno gli spettatori disabili e in sedia a rotelle. Questa combo di robots è in grado di trasportare e recapitare cibo o altri beni. Darà informazioni riguardo gli eventi e guiderà gli spettatori al proprio posto. Ma questa non è l’unica soluzione robotica alle necessità dei disabili offerta dal Robot Project.
T-TR1 è un altro progetto Toyota e servirà a chi è impossibilitato a seguire fisicamente un evento, di esserci almeno virtualmente. È dotato di una camera 360 montata “in testa” e ha un lungo corpo formato da un display a grandezza d’uomo. Trasmetterà gli eventi sullo schermo e attraverso telecamere e microfoni, potrà mettere in contatto le persone anche da luoghi lontani: sarà sufficiente mettersi in contatto con il T-TR1 desiderato.
Supporto robotico anche in campo
Un altro robot umanoide girerà per Tokyo: T-HR3 porterà i giochi a chi non è fisicamente nei luoghi degli eventi. Sarà collegato alle mascotte robotiche e ne potrà mimare gesti e sensazioni, oltre a riprodurre suoni e video registrati dai Miratowa e Somety. Ma l’applicazione dei robot nelle olimpiadi del 2020 non sarà rivolto solo agli spettatori e agli atleti. Panasonic e Toyota, insieme al comitato olimpico giapponese, hanno presentato altre novità automatizzate.
A Tokyo capiterà di vedere volontari e addetti ai lavori indossare degli strani congegni sulla schiena. L’ATOUN MODEL Y è un esoscheletro progettato da Panasonic che facilita di molto i lavori pesanti. Già in commercio e utilizzato soprattutto per operazioni di carico/scarico merci, sarà impegnato a Tokyo 2020 per portare bagagli e attrezzature pesanti ma anche cibo e bevande. Sui campi, invece, sarà più facile vedere il Field Support Robot. Avevamo già visto qualcosa di simile alle olimpiadi di Rio 2016: vi ricordate il robottino telecomandato che portava indietro i giavellotti? Beh questo fa tutto da solo. Si muoverà autonomamente nel campo, recuperando martelli, pesi e giavellotti lanciati dagli atleti… umani.