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Juventus, ci sei cascata di nuovo

Dopo calciopoli un’altra bufera giudiziaria cade sulla Juventus. Agnelli abdica, il Cda si dimette e c’è il ‘fuggi fuggi generale’. Guardia di finanza, procure e tribunali portano avanti le indagini. Sul tavolo degli inquirenti tante faccende non limpide: stipendi mancanti, falso in bilancio, plusvalenze fittizie e speculazione in borsa. La Juventus rischierebbe molto. Penalizzazione? Retrocessione? Esclusione dalle Coppe?

Da sinistra, l’ex Cda della Juventus: Maurizio Arrivabene, Andrea Agnelli, Pavel Nedved, Federico Cherubini

Inchiesta plusvalenze, stipendi non pagati e falso in bilancio. Società nel caos. Come si è arrivati a tutto questo?

Nel 2019, al Festival di Sanremo, Achille Lauro cantava “Ci son cascato di nuovo”, una frase che oggi calza a pennello con la situazione che sta vivendo la Juventus. La società sportiva bianconera è ripiombata in un’altra bufera giudiziaria. Dopo calciopoli, a Torino, sono tornati prepotenti i fantasmi del passato, quel passato contornato da illegalità che sembrava accantonato, spinto via, sepolto da anni di trionfi nazionali incontrastati. E invece, l’equipe formata da Guardia di Finanza, Procura e Giustizia sportiva ha riscontrato qualcosa di losco nei conti e nella gestione societaria. Parafrasando Marcellus nell’Amleto di Shakespeare: “C’è del marcio alla Continassa”. A scoperchiare il ‘vaso di Pandora bianconero’, è stato l’ormai ex Presidente Andrea Agnelli, dimettendosi una decina di giorni fa e in contemporanea hanno abdicato anche il vicePres Pavel Nedved e l’Ad Arrivabene. Insomma, il Cda juventino si è dato alla fuga.

Il ‘fuggi fuggi generale’ ha fatto seguito alle intense indagini della Procura di Torino nell’ultimo periodo. Tra accuse ed illeciti, è molto il materiale per gli inquirenti. Plusvalenze fittizie, stipendi non pagati nel periodo covid, debiti per circa 300 milioni e speculazione in borsa, senza dimenticare i 20 milioni che spettano a CR7. Una situazione alquanto complessa, che ricorda molto i mesi bui di calciopoli. Ma come si è arrivati a tutto questo? Riavvolgiamo. Nel 2011 la Juventus inaugura lo stadio di proprietà. Immediato “l’effetto stadium”. Vittorie continue. Scudetti, Coppe Italia e Supercoppe a raffica. Campioni strappati alle altre big e 500 milioni di fatturato. La gestione Agnelli è innovativa, ma l’agognata Champions non arriva. ‘Spende e spande’, ma i club europei hanno un’altra marcia. Allora, il Cda bianconero investe di più e arriva Ronaldo. Altri milioni spesi e nel momento di massimo sforzo, il grande e fragile castello bianconero crolla con l’arrivo del covid. Tra stadi chiusi, diritti tv assenti ed entrate nulle, la società fa debiti per oltre 250 milioni. Poi, scelte sbagliate e mancata lucidità dei dirigenti rompono il ‘giocattolo bianconero’. Agnelli prova a rattopparlo con metodi non proprio legittimi, ma la Procura mangia la foglia.

Luciano Moggi, principale colpepolve dello scandalo Calciopoli

“Juventus, peggio di calciopoli”. Rischi? Tanti, troppi. Vie di fuga? Poche

La Società ha fatto il passo più lungo della gamba? Sembrerebbe di sì, o meglio ha cercato a tutti i costi e con ogni mezzo di vincere, ma spesso questa non è la strada giusta. Il calcio ci ha insegnato che per trionfare servono idee, progettazione, capacità organizzative e preparazione adeguata, altrimenti, se fossero bastati solo i milioni, a quest’ora il PSG avrebbe dovuto vincere le ultime 5 Champions. Per la società bianconera, i capi d’accusa sono tanti ed alcuni parecchio gravi come l’aggiotaggio, ovvero l’aver dichiarato il falso in bilancio per evitare perdite in borsa, visto che la Juventus è una delle poche società italiane quotate (insieme a Lazio e Roma). Inoltre, le dimissioni in blocco del Cda, arrivate come un fulmine a ciel sereno, sono un unicum nella storia della Serie A e questo fa pensare che la situazione sia ben più complicata del previsto. Insomma, l’inchiesta va ben oltre “quattro stipendiucci non pagati”.

Dall’inchiesta sono emersi anche altri club coinvolti negli illeciti, come Atalanta, Udinese, Empoli e Sassuolo. Fanno da eco le parole del Ministro Abodi: “Nello sport si può morire e rinascere, è successo a Napoli, Palermo e alla Juventus quando andò in SerieB. Credo sia arrivato il momento della chiarezza e della responsabilità”. Parole che fanno tremare i tifosi bianconeri, ma soprattutto parole riferite ad un sistema calcistico che forse ha nascosto troppa polvere sotto al tappeto degli illeciti e dell’illegalità. E qual’è il rischio? Difficile dirlo con certezza, ma, da come si sta indagando, le conseguenze potrebbero essere gravi, come afferma l’avvocato di diritto sportivo Grassani: “È l’indagine più pesante della storia juventina, forse superiore anche a Calciopoli. I reati, sia di violazione di norme borsistiche, societarie e sportive, abbracciano un arco di comportamenti illeciti senza precedenti. Quello che sta emergendo potrebbe portare all’esclusione del campionato e alla retrocessione”.

Higuain e Pjanic esultano in maglia Juventus

Diamo ad Agnelli quel che è di Agnelli, ma gli errori commessi sono stati gravi

Storicamente tifare Juve è appagante e soddisfacente. Dal 2011, il club torinese ha vinto 9 scudetti consecutivi, impresa quasi impossibile da replicare. Titoli vinti, spesso, con distacchi chilometrici, tanto era il divario con gli avversari. Higuain e Pjanic strappati a Napoli e Roma, Chiesa e Bernardeschi alla Fiorentina, senza contare campioni acquistati fuori dall’Italia. Dal punto di vista economico, Agnelli ha dato tutto per arrivare alla vittoria, eppure in Europa l’equazione “milioni = trionfo” non ha funzionato. Quel desiderio viscerale di mettersi al passo con i giganteschi club europei ha portato la società ad allungare troppo la gamba per poi cadere a terra. È giusto dare meriti ad Agnelli, ambasciatore di visioni innovative, coraggio e prospettive calcistiche. Ha portato in Italia uno dei calciatori più forti della storia ed è stato preso da esempio da molte società, perché in fondo tutti si sono ispirati al modello-Juve.

Tuttavia, probabilmente ha spinto troppo sull’acceleratore, andando a sovraccaricare il motore bianconero che non poteva più spingersi oltre. Dall’impeccabile gestione dei primi anni, si è arrivati ad una raffazzonata rincorsa a tappare i buchi, con cessioni strane ed acquisti ancora da decifrare. Dal fortino dello Stadium alle serie su Netflix e Amazon, passando per tournée mondiali e store di primo livello, si è arrivati agli esoneri consecutivi di Sarri e Pirlo, fino alle inspiegabili eliminazioni dalla Champions. In questi ultimi 12 anni, quindi, oltre a risultati più che positivi, la società bianconera ha commesso anche molti errori, che potrebbero aprire scenari quasi impensabili, come ad esempio l’esclusione dalle Coppe europee. Infatti, anche l’Uefa ha avviato un’inchiesta contro la Juventus per violazione del fairplay finanziario e quell’agognata vittoria-Champions, per la quale si sono fatte carte false ed illecite, potrebbe allontanarsi ancor di più.

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