Joseph Pilates nasce in Germania nel 1883 e nei primi decenni del ‘900 inizia a sviluppare il proprio metodo riabilitativo che chiamò Contrology. Oggi è comunemente conosciuto semplicemente come Pilates. Una disciplina basata sulla concentrazione e sulla respirazione che fonde l’olismo tipico dello Yoga, con gli studi anatomici. Adatta a tutti e ideale per la rieducazione posturale.
Joseph Pilates: le origini della disciplina
C’era una volta Joseph Pilates, oggi c’è il Pilates. Ma sono la stessa cosa. Il primo è semplicemente il padre del secondo. Quando iniziò a svilupparlo erano gli anni ’15 del ‘900, anche se i suoi studi iniziarono molto prima. Il primo spunto furono i Greci e i Romani ritenuti capaci di porre in equilibrio mente, corpo e spirito. Ma non solo. In aggiunta allo studio dei metodi sportivi delle antiche popolazioni, Pilates pose molta attenzione anche al movimento dei neonati e degli animali. Il tutto arricchito da un’attenta lettura di un libro di anatomia che gli regalarono da bambino. In un’intervista rilasciata a un giornale di New York nel 1959, Joseph Pilates definì le due caratteristiche alla base del suo nuovo metodo: semplicità e essenzialità.
Ovviamente a coronare questo lavoro c’è stato un intenso studio sulla biomeccanica e sulla respirazione. Quest’ultimo è un aspetto fondamentale della disciplina, che trova nelle filosofie orientali e nello yoga ulteriori fonti di ispirazione. Un’infanzia macchiata da una salute cagionevole portò Joseph ad avere una muscolatura debole e limitate capacità di movimento. Ciò lo spronò a studiare il corpo umano senza impedirgli di diventare un grande sportivo. Divenne boxeur e circense, e si esibì in spettacoli acrobatici in tutta Europa. E’ durante la prima guerra mondiale che, internato in un campo di concentramento inglese, iniziò a mettere in pratica il suo metodo. Allenava gli internati per migliorarne lo stato psico-fisico. Successivamente, in quanto barelliere di un ospedale con feriti di guerra, montò delle molle sui letti per far allenare i feriti anche da sdraiati. Dopo il conflitto mondiale si dedicò alla riabilitazione dei reduci di guerra mettendo delle corde alle estremità dei letti. Aggiungendo poi delle carrucole inventò gli antenati del cadillac e reformer, le due macchine da allenamento. Era nato il Pilates.
Il Pilates oggi
Il metodo Pilates divenne ben presto molto popolare, soprattutto tra coreografi e ballerini, una volta che Joseph si trasferì a New York. D’altronde gli esercizi di pilates fanno acquisire consapevolezza del respiro e dell’allineamento della colonna vertebrale. Inoltre rafforzano il tronco e danno stabilità corporea, fondamentali per chi danza. Ma il collegamento non è soltanto con il ballo. Il pilates è una disciplina olistica come lo yoga, con il quale condivide alcuni aspetti. Caterina Bruno, insegnante certificata di STOTT Pilates, ci racconta il suo metodo. “Lo STOTT Pilates è la rivisitazione moderna del metodo del padre fondatore, un approccio contemporaneo che applica i princìpi della biomeccanica. Come ci insegna la nostra mentore, Claudia Fink (Leader Instructor Trainer di Toronto e ambasciatrice del metodo STOTT in tutto il mondo n.d.e.): la scienza è in continua evoluzione di conseguenza anche gli approcci devono adattarsi“.
“Pensiamo a come cambiano le posture” prosegue Caterina “Nei nostri giorni stiamo tutti curvi sul telefono o pc; i bambini oggi soffrono già di problemi cervicali, 20 anni fa questo non succedeva“. Anche gli esercizi devono essere modellati su ogni persona perché ognuno ha le sue curve naturali. “L’obiettivo dello STOTT Pilates è quello di tonificare, potenziare rispettando le curve naturali del corpo. Avendo ognuno la propria armonia gli esercizi devono essere personalizzati. Il pilates è una disciplina che è più efficace quando fatta face-to-face, anche se più costosa“. Caterina inoltre sfata alcuni falsi miti sul pilates. “È errato pensare che sia adatto soltanto alle donne. Al contrario gli uomini ne traggono molti benefici: formano dei fisici molto belli e creano grande resistenza muscolare. Il corpo si scolpisce perché il pilates tonifica e dona resistenza lavorando sul controllo e sulla consapevolezza” conclude.
Mens sana in corpore sano
A proposito di consapevolezza, l’insegnante di STOTT Pilates definisce la differenza col passato: “La consapevolezza è centrale nei metodi moderni. L’obiettivo è lavorare sul proprio corpo per conoscerlo e riconoscerne i problemi posturali. Risolverli è ciò che permette di raggiungere l’armonia“. Il segreto è nella respirazione, penso io, ma Caterina chiarisce: “La respirazione è importante soprattutto all’inizio della lezione perché ci fa rilasciare la tensione e ci dona la giusta concentrazione. Non è però centrale come lo è nello yoga“. La mia curiosità, visto che il pilates deriva dallo yoga, riguarda i punti in comune. “In comune yoga e pilates hanno l’acquisizione della consapevolezza del tuo corpo. Crei armonia e fluidità, che sono alla base del benessere psico-fisico. Differentemente non c’è meditazione nel pilates“.
L’equilibrio tra mente, corpo e spirito è alla base dello sviluppo della disciplina. Tuttavia mentre all’inizio era principalmente riabilitativo, oggi è anche riabilitativo ma non solo. Chi è in salute lo pratica in aggiunta, per conoscersi. “Gli sportivi lo praticano per rafforzare certe parti del corpo e prevenire infortuni. Ci sono molti workshop dedicati al pilates per i nuotatori o golfisti“. Ma c’è di più: “Oggi si parla di core ma questo, che sarebbe il tronco, è legato al bacino che ci sostiene e quindi ai glutei, alle gambe. Non si tratta solo di addome. Molte donne incinta lo praticano fin dopo il parto per lavorare sul pavimento pelvico.” Il pilates è quindi l’attività fisica che non conosce barriere di genere o di età perché si pone come obiettivo l’armonia, l’allineamento e il rispetto dell’unica vera casa: il nostro corpo.