Italrugby: Che favola in Galles dopo 36 sconfitte!

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L’Italia torna a vincere. Lo fa in un terreno ostico, e in un periodo altrettanto difficile: dopo ben 36 sconfitte al Sei Nazioni, e l’ennesimo cucchiaio di legno assicurato nonostante la vittoria, mette fine a una serie di ininterrotte sconfitte dal 2015. Il protagonista? Ange Capuozzo, 22 anni per 70 kg

E alla fine arriva Capuozzo

E’ stato il giorno dei giorni per l’Italrugby, il 19 marzo 2022. Dopo 7 anni (dal 2015) si mette fine all’infinita serie di sconfitte collezionate dalla Nazionale, 36 per l’esattezza.
A non finire è invece il cucchiaio di legno, il tradizionale (e indecoroso) premio che va all’ultima classificata del torneo. L’Italia ne colleziona ben 17.
A rendere tutto più bello è che questa sorpresa è avvenuta nell’ultima giocata, dell’ultima partita, in Galles, contro l’ottava nazionale al mondo.
A regalare questa gioia ai tifosi italiani è Ange Capuozzo, uno scricciolo di 70 kg e soli 22 anni, grande protagonista del match. Si fa beffa dei gallesi in campo e fuori. I primi li mette in ginocchio con due finte che portano al 22 a 21 all’ultimo secondo. I secondi li ammutolisce, pronti com’erano già ai lori consueti canti di gioia.
Un campo difficile dove, si suole dire, “è impossibile battere i gallesi”. Certo, ma come ben si sa qualcosa è impossibile finché non arriva qualcuno che la fa. E allora non è più impossibile.

La difesa come strategia dà all’Italia il vantaggio nel primo tempo. In questa diga la libertà sorprendente di Ioane e Capuozzo porta il match a 12 -7 fino a 11 minuti dal termine del primo tempo: in questo momento Josh Adams con uno slalom in mezzo ai birilli molto affaticati rischia di mettere fine a questo sogno chiamato ribalta con una meta a 10 minuti dalla fine. Ma la cortina in difesa è forte e riesce a mettere fine a quel baratro iniziato il 28 febbraio del 2015 data dell’ultima vittoria firmata a Murrayfield, casa della Scozia. Ma alla fine arriva Capuozzo che, trovando un buco nella difesa gallese, ha messo Edoardo Padovani nella condizione di fare meta sotto i pali per favorire la successiva trasformazione di Paolo Garbisi.
L’italo-francese ha debuttato la settimana scorsa contro la Scozia e in 35′ di gioco ha già messo a segno due mete. Sabato è stata la sua prima da titolare ma è già pioniere di una rivoluzione.

Italrugby: ecco perché è stato fondamentale vincere contro il Galles

A riconoscerlo lo stesso Adams, eletto uomo del match prima della meta azzurra, che a fine partita ha cercato Ange e consegnandogli la sua medaglia da migliore in campo gli ha detto: “Oggi hai vinto tu, non io”.
Effettivamente l’Italia di Cardiff è stata diversa. Ha avuto piedi, testa e cuore. Ha placcato senza arrendersi in nessun momento ma senza passaggi inutili, con cognizione e disciplina. La disciplina è quello di cui ha bisogno per vincere.
Questa vittoria potrebbe segnare un nuovo corso, quello di cui aveva bisogno l’Italrugby. Infatti, la sconfitta, l’ennesima, era stata messa in conto. Nonostante dalla precedente edizione l’Italia era cambiata profondamente. Ad essere cambiato era stato il presidente federale, diventato Marzio Innocenti scelto per dare una nuova direzione a un movimento che si era perso negli anni in scelte poco lungimirante. Poi l’allenatore di Treviso, Kieran Crowley, era stato promosso in Nazionale.

Infine la scelta dei giocatori è ricaduta principalmente sulle prime due squadre d’Italia, rispettivamente Benetton Treviso e le Zebre di Parma.
Per allargare la cosiddetta base dei giocatori, necessaria a tenere un livello uniforme di competitività, la Federazione aveva continuato inoltre a cercare i migliori giocatori all’estero con origine italiane, tra questi Ange Capuozzo. Nato a Grenoble, Ange ha le radici a Napoli che suo nonno ha lasciato negli anni ’40.
Il suo esordio ha inevitabilmente cambiato qualcosa nell’Italrugby. Ha portato una ventata di novità, di sorpresa e arriva al momento giusto.
Infatti secondo un’indiscrezione che veniva dai giornali inglesi ma ripresa da tutti i paesi partecipanti sembrava che si stesse parlando della possibilità che il Sudafrica, Nazionale campione del mondo in carica, potesse prendere il posto dell’Italia nel Sei Nazioni. Ma seppur col cucchiaio di legno l’Italia il rugby dei campioni lo gioca dal 2000 e non ha intenzione di abbandonarlo.



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