Home CURIOSITÀ È finita l’era di Ciro Immobile?

È finita l’era di Ciro Immobile?

Dopo infortuni, panchine e qualche tiro sbagliato, per critici, addetti ai lavori e detrattori, Ciro Immobile è entrato nella fase calante della sua carriera. Complice l’involuzione della Lazio di Sarri, il primo a finire sul banco degli imputati è proprio l’attaccante. Ma è possibile mettere in discussione un giocatore da oltre 300 gol in carriera e re dei marcatori biancocelesti? Un po’ di riconoscenza ci vuole o Ciro è davvero finito?

Ciro Immobile
Ciro Immobile (fonte metronews)

Da ‘Super-Immobile’ a soprammobile. Ha senso mettere in dubbio le sue capacità?

Perché dubitare di un attaccante da oltre 300 gol in carriera? Anzi, ad essere precisi 320, di cui 196 in Serie A. Sembra assurdo eppure è così, anche Ciro Immobile, nelle ultime settimane, è rimasto imprigionato sotto il pesante torchio che spetta ai giocatori quando vengono messi in discussione. Al primo momento no, dopo qualche gol sbagliato o alcune prestazioni non ottimali, la cantilena è sempre quella: “Ha 33 anni, ormai è finito. Il calcio di oggi è troppo veloce per lui, non è più funzionale al gioco della squadra”. Parole e musica dei soliti detrattori che considerano solo l’immediata attualità, invece di ricordare quando spaccava le porte e metteva in riga gente come Lewandoski, Ronaldo e Benzema. La riconoscenza non è di questo calcio. D’altronde, è giusto dubitare di un attaccante in grado di segnare 28 gol di media a stagione dal 2016 ad oggi o capace di raggiungere quota 198 reti con la Lazio in sole 7 stagioni (e quella attuale è appena iniziata).

Perché è così, per Ciro Immobile la vita nel calcio è stata sempre contraddistinta da questi giudizi e pregiudizi. Fin da quando ha raggiunto la maturità sportiva, è stato costantemente considerato un discreto attaccante, che però, al primo errore o momento negativo, sia personale che di squadra, veniva criticato e infangato. È successo più volte in Nazionale, vedi doppia eliminazione dai Mondiali e per assurdo anche dopo aver vinto l’Europeo. Lo stesso sta succedendo in questa stagione dove la Lazio di Sarri arranca. “Si, segna però… Sa fare gol, però… È capocannoniere, però…”. Segnare 200 gol con la Lazio in 7 stagioni non è da tutti, un’icona come Silvio Piola, per farne 149 con i biancocelesti, ha impiegato 9 anni. Diamo a Ciro quel che è di Ciro. Alla prima involuzione, dopo interi campionati giocati ad altissimo livello, non è giusto trasformare Immobile da top player a semplice soprammobile.

(fonte LazioNews24)

Con Inzaghi un’iradiddio, ridimensionato da Sarri. Per Ciro Immobile sempre meno spazio?

Segnare caterve di gol e conferire alla Lazio una dimensione europea, oltre a farla lottare per lo scudetto, non è bastato ad Immobile per ricevere riconoscenza. Che in questo inizio di stagione sia apparso in difficoltà è vero, ma vanno sottolineati i diversi infortuni avuti ed una squadra colpevolmente non in linea con gli standard passati. Aldilà della fragilità difensiva mostrata dai biancocelesti, ad oggi Immobile non sembra ben sostenuto dai compagni, considerato anche il suo non buono stato di forma. Vedendo un Castellanos che, temporaneamente, sembra avergli rubato il posto, viene da chiedersi se Ciro sia ancora adatto a questa Lazio. Oppure è meglio chiedersi se è questa la squadra adatta ad Immobile? Osservandolo, si ha l’impressione di vedere un attaccante di ieri portato ad incidere nel calcio di oggi. Ciro sa fare gol, tanti gol e se avesse giocato nei tempi in cui agli attaccanti si chiedeva solo di segnare, lo avremmo descritto con orgoglio al pari di Crespo, Trezeguet o Vieri.

Con Inzaghi in panca, Immobile aveva acquisito questa dimensione, in quella Lazio era un’iradiddio. Segnava sempre, con le big, con le piccole, in Europa e nei turni infrasettimanali. L’attuale allenatore dell’Inter aveva compreso l’innata capacità di Ciro nel cercare la profondità. Gli aveva cucito attorno un sistema quasi perfetto. Anche Sarri conosce bene le caratteristiche di Immobile, ma lui è un allenatore da spartito collettivo, da sonata con fiati, archi, tamburi e percussioni, non da voce solista accompagnata da un buon coro. L’allenatore toscano, oltre alla profondità e agli scatti senza palla, chiede alla punta di partecipare alla manovra, di occupare l’area nel momento giusto seguendo il suo spartito. Insomma, un centravanti alla Higuain. Quindi Immobile avrà ancora spazio nell’attuale Lazio? Certamente, è il capitano e goleador, ma ora gli si chiede uno sforzo ulteriore, un upgrade necessario per ricominciare a gonfiare la rete.

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