Home CURIOSITÀ Dove tutto ebbe inizio. 1896, le prime Olimpiadi moderne

Dove tutto ebbe inizio. 1896, le prime Olimpiadi moderne

Era il 6 aprile 1896. Sono passati 127 anni dallo storico evento sportivo internazionale, le prime Olimpiadi moderne. Ideate dal barone Pierre de Coubertin, ancora oggi rappresentano l’apogeo, l’Olimpo, l’iperuranio dello sport. Atleti improvvisati, corone d’alloro, attrezzature raffazzonate e il fascino dei 5 cerchi.

I famosi 5 Cerchi simbolo delle Olimpiadi (fonte Teleborsa)

Atene, dove tutto iniziò. Come eravamo 127 anni fa?

Alla fine del 1800, prima in Europa e poi nel resto del ‘globoterracqueo’, si rinnova quell’amore mai sopito per il mondo classico. Rovine dell’Impero Romano, resti della magna-Grecia e quel naturale trasporto verso la millenaria cultura ellenica. Tardo romanticismo, ‘neoclassicismo avanzato’, o riscoperta dell’ellenismo, chiamate questo fenomeno come volete. In altre parole, l’Antica Grecia viene vista con particolare e profondo ‘stupor mundi’. Dai tesori negli scavi archeologici alla scoperta di testi ormai perduti, si arriva fino al sorprendente ritrovamento della città di Olimpia. La storica località greca, situata nella penisola del Peloponneso, è stata la culla dei ‘primissimi’ Giochi Olimpici e in un certo senso la terra che ha dato i natali allo sport. In questo contesto, ricolmo di storia, sacralità, amore per ‘quello che fu’, atletismo d’altri tempi e voglia di progresso, Pierre de Coubertin ebbe un’idea geniale. Soprannominato il ‘barone’, oltre ad essere storico, sociologo e letterato, è stato uno dei più grandi esperti di sport del secolo scorso.

Considerando l’esercizio fisico e lo sforzo sportivo elementi fondamentali per la crescita dei ragazzi e la maturazione degli uomini, Pierre de Coubertin, nel 1894, decide di impegnarsi nella rinascita degli ‘Antichi giochi di Olimpia’. Formatisi il Congresso Olimpico e il conseguente Comitato Olimpico Internazionale (con a capo proprio il ‘barone Pierre’), l’organizzazione della prima Olimpiade moderna viene affidata ad Atene. La capitale della Grecia, oltre ad essere stata la culla della cultura occidentale, veste i panni della Città che darà allo sport un nuovo binario sul quale viaggiare nei prossimi secoli. Questa avanguardistica primordiale edizione dei moderni Giochi Olimpici riportò, nel 1896, ad Atene atleti da tutto il mondo. Ben 1500 anni dopo l’ultima volta. Era il 393 d.c. Per l’occasione, de Cubertin riunisce 14 Nazioni. In totale 241 atleti, ma nessuna donna ammessa per la poca emancipazione del tempo. Numeri ben diversi da quelli attuali. Alle Olimpiadi di Tokio2020 205 Paesi partecipanti e sportivi iscritti quasi 11.500.

I 100m piani alla prime Olimpiadi moderne (fonte weszlo.com)

Le prime Olimpiadi moderne tra storiche medaglie, professionismo e progresso

Prima di Valentina Vezzali, di Aldo Montano, prima di Tamberi o Jacobs, prima di tutti questi grandi campioni, Olimpiadi del 1896, l’Italia fu rappresentata da un unico atleta, un certo Carlo Airoldi. Lombardo di origini, varesino di nascita e maratoneta di professione, l’azzurro Carlo decise di partecipare alla maratona (gara regina della manifestazione), recandosi a piedi da Milano ad Atene. Il Comitato, tuttavia, non accettò la sua iscrizione, accusandolo di professionismo. Infatti, de Cubertin, come requisito cardine, volle alle Olimpiadi solo dilettanti. Il professionismo entrò nei giochi olimpici solo molti anni dopo. Basti pensare che la boxe fa parte dell’evento olimpico solo dal 2016 e lo stesso vale per molte altre discipline inserite recentemente. Insomma, il povero Carlo Airoldi escluso. D’altronde se ti presenti ad Atene, avendo percorso a piedi da Milano oltre 2000km, è normale che agli organizzatori venga qualche dubbio sul tuo professionismo. Zero medaglie, quindi, per l’Italia, così come per Cile, Svezia e Bulgaria.

Chi, invece, fece incetta di medaglie fu proprio la Grecia, con un totale di 47. Gli Stati Uniti, inarrestabili fin dagli albori, vinsero 11 ori. Il primo storico campione olimpico è stato proprio americano, ovvero James Connolly, che trionfò nel salto triplo, poche ore dopo il saluto iniziale di Re Giorgio I. Nello stadio Panathinaiko di Atene, teatro dell’intera manifestazione, si diedero battaglia atleti dalla dubbia preparazione fisica, con stili e tecniche che oggi sarebbero impresentabili. Pastori prestati alla maratona, orefici sollevatori di pesi o meccanici nel lancio del peso. Insomma, olimpionici dalle dubbie qualità, ma tutti accomunati dall’infinito amore per lo sport e meritevoli di essere premiati se non altro per la loro grande passione. Riguardo ai premi, bisogna sottolineare come Pierre de Cubertin adottò le consuete medagli d’oro, argento e bronzo solo qualche anno dopo. In quella prima Olimpiade moderna, infatti, i vincitori ottennero una corona di ulivo ed una medaglia d’argento, per i secondi classificati un ramo d’alloro ed un premio in rame. Per i terzi, invece, niente medaglia.

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