Alessandro Bovolenta, classe 2004, porta alto il cognome del padre scomparso anni fa raggiungendo traguardi sempre più grandi. L’ultimo agli Europei Under20 della nazionale di volley maschile, dove si è aggiudicato il premio di MVP dell’intero torneo.
Di Bovolenta in Bovolenta: dieci anni dopo il triste giorno Alessandro trionfa in memoria del padre
E’ il nostro momento, la pallavolo italiana non sembra più arrestarsi: nel giro di pochi mesi siamo stati campioni d’Europa nel volley femminile e in quello maschile che, poi, ha trionfato anche nei recenti Mondiali. Un’atmosfera magica che ha portato anche l’Under 20 maschile sotto una nuova luce, vincendo così gli Europei contro la Polonia.
Un protagonista ha fatto eccezione sul parquet, colui che è stato votato alla fine del match come MVP del torneo, figlio d’arte e con una storia non indifferente alle spalle.
È Alessandro Bovolenta, figlio del compianto papà Vigor scomparso a soli 37 anni, nel 2012, per un arresto cardiaco durante una gara di Serie B.
Dieci anni più tardi, Alessandro ha trionfato in memoria del padre alzando al cielo il premio di miglior giocatore in assoluto conquistato con la nazionale maschile di volley, in Abruzzo, al PalaRoma di Monteslivano davanti a quasi due mila tifosi.
Al di là della stupenda finale, è proprio la figura del ragazzo ad aver racchiuso attorno a sè tutto il significato di una vittoria che va ben oltre il successo: Questo è sport!
Opposto al padre, alto due metri, Alessandro ha iniziato a giocare a pallavolo dopo che per anni è stato un buon portiere di calcio. «A 11 anni ho capito che era arrivato il mio momento, volevo giocare a pallavolo!»
Un passato doloroso, un futuro d’oro!
Figlio di Vigor, a soli 8 anni Alessandro ha dovuto affrontare il dramma peggiore che un bimbo possa vivere: la scomparsa del papà, avvenuta dolorosamente in campo a soli 37 anni. Il centrale e pilastro della Nazionale, il 25 marzo 2012 si accasciò improvvisamente sul parquet, stroncato da un malore accusato nel corso di una partita. “Arresto cardiaco” fu la diagnosi finale che pose fine alla vita di Vigor Bovolenta e diede inizio al dramma familiare che il piccolo Alessandro iniziò a vivere.
Se a sette anni ti infilano una maglietta che ti arriva alle ginocchia e ti fanno entrare in un campo da pallavolo a onorare il nome di tuo padre, le intenzioni sono belle ma il momento è tutt’altro. Se dieci anni dopo, però, quella stessa maglietta ti veste alla perfezione perché tu quell’esordio l’hai cercato e desiderato, allora quella è proprio la tua strada – queste le parole della mamma Federica Lisi.
Domenica 20 febbraio, a Milano, Alessandro ha esordito con la maglia numero 30 di Ravenna e ha debuttato in Superlega. «Ho sperato tanto di farlo con questa maglia, che è stata anche di mio papà e quando sono entrato mi tremavano le gambe, sì, ma di felicità. Sono rimasto spiazzato perché la convocazione è arrivata da un giorno all’altro, due compagni si sono fatti male e l’allenatore ha chiamato me». Non ho voluto la maglia numero 16 di papà perché siamo due persone diverse».
Una saggia decisione che può essere tradotta come la chiusura di un cerchio che lascia spazio al nuovo, quello di Alessandro Bovolenta.