Sono 14.000 i giocattoli raccolti dal Betis Siviglia nel corso del tradizionale lancio dei peluches. Il binomio calcio e solidarietà si intensifica durante le feste. Anche la Roma partecipa
La pioggia di peluches. Calcio e solidarietà al Betis Siviglia
La tradizione a Siviglia vuole che i tifosi biancoverdi si radunino tutti insieme per l’ultima partita casalinga dell’anno all’insegna di calcio e solidarietà. Già a partire dal 26 dicembre il Real Betis Balompié, noto come Betis Siviglia, ha aperto le porte dello stadio per permettere ai tifosi di osservare i propri beniamini durante una sessione di allenamento. In aggiunta il club, con una nota ufficiale, ha invitato tutti i presenti sugli spalti, a partecipare al consueto lancio dei peluches. Poche le informazioni essenziali per la sicurezza: i pupazzi lanciati non devono superare i 30 cm e non possono pesare più di 200 grammi. Inoltre, non devono avere batterie o qualsiasi altro componente duro. L’altra raccomandazione è quella di seguire il conto alla rovescia e rispettare i tempi per rendere il momento un’immagine da incorniciare.
Le rappresentazioni in giro per il web della pioggia di peluches, caduta dagli spalti tra il primo e il secondo tempo della partita, sono davvero pittoresche ed emozionanti. L’iniziativa piace al popolo del Benito Villamarìn tanto che “l’alluvione” alla fine conta 14.000 partecipanti. Ai doni lanciati si aggiungono anche quelli raccolti senza il tradizionale lancio, consegnati agli addetti per evitare spiacevoli incidenti. La partita, per onor di cronaca, è finita in parità (0-0) ma il calcio e la solidarietà a Siviglia hanno vinto senza remore. I giocattoli porteranno il sorriso ai bambini prima destinati a restare senza regalo. Alcuni sono già stati consegnati tramite associazioni come la Commissione spagnola per l’assistenza ai rifugiati o la Fondazione in Guinea di Benjamín Zarandona. Gli altri verranno distribuiti da associazioni locali e internazionali nel corso dei prossimi mesi.
La solidarietà parte dal basso. Ancora il Betis ma anche esempi virtuosi del calcio italiano
I numeri della solidarietà, comunque, sono destinati ad aumentare perché il Betis ha indetto anche una nuova raccolta, stavolta rivolta ai tifosi della pallacanestro. Durante la partita di basket contro CB Gran Canaria del 3 gennaio è stata ripetuta la tradizionale iniziativa con le stesse raccomandazioni da parte del club per i tifosi. Il gesto solidale della società spagnola non è l’unico caso in cui calcio e solidarietà riescono a formare un binomio indovinato. Ci sono molti esempi virtuosi anche in Italia dove, alcune società, sia conosciute solo localmente, sia con un blasone nazionale si prodigano in atti simili. L’organizzazione non è così grande e non ha la stessa forza mediatica di quella del Betis ma ha lo stesso fine nobile. La Feldi Eboli calcio a 5, per esempio, ha indetto una grande raccolta di giocattoli al PalaSele.
Lo stesso ha fatto la curva Sud dell’Avellino, che ha radunato dei giocattoli destinati al reparto pediatrico del San Giuseppe Moscati di Avellino. Il Como, oltre a raccogliere i doni per i bambini, lavora con “Ancora“, “Anime del Sud” e altre associazioni per aiutare i più fragili. La Sanremese ha invitato i bambini dell’Istituto Padre Semeria di Sanremo per l’ultima partita dell’anno e ha chiesto ai tifosi di portare qualche dono per loro. Anche i giocatori della Cremonese hanno deciso di regalarsi ai più piccoli e autografare dei “certificati di bontà” al centro commerciale per coloro che partecipano alla raccolta solidale. Sono solo alcuni esempi di virtuosismo del calcio nostrano. Tra le grandi anche la Roma che in occasione dell’Epifania ha lanciato una raccolta di giocattoli per i bambini ospiti di case famiglia radunati durante la gara di ripartenza della Serie A contro il Bologna.