Vamos a la playa, a giocare a rugby

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Ogni squadra gioca con 12 giocatori, di cui 5 in campo e 7 in panchina, per un totale di 10 giocatori che disputano la gara in un perimetro lungo 31m e largo 25. Una partita dura 10 minuti, divisa in due tempi, ciascuno della durata di 5′. Ecco le regole base del Beach Rugby, lo sport che si gioca sulle arene di sabbia e che sta prendendo sempre più piede; sono ben 51 le squadre per la classifica maschile e 14 per quella femminile.

Agonismo sulla sabbia

Il beach rugby è una disciplina con una storia pluriventennale ed è regolamentato dalla Fir dal 2019, dunque a tutti gli effetti una categoria del rugby alla pari del Rugby a 15 e di quello a 7, che è lo sport olimpico. Dire parimenti agli altri due potrebbe risultare eccessivo perché in effetti si tratta di uno sport in cui le partite durano 10 minuti e il campionato che lo rappresenta dura soltanto due mesi, quelli estivi. Tuttavia l’agonismo e la professionalità che ci sono dietro sono le stesse. I giocatori che si dedicano a questo sport appartengono infatti alle categorie principali del rugby e giocano i campionati nazionali e le olimpiadi. Scelgono di farlo per svago, per divertimento nel periodo di stop dai loro impegni sportivi regolari. Il beach rugby, lo dice la parola stessa, si gioca al mare, sotto al sole ma nulla lo rende meno avvincente del rugby “normale”. Anzi.

Ho incontrato Valerio Ventola, uno dei fondatori dei The Rockets, squadra romana che lo scorso anno è arrivata terza al Master finale. Quando gli chiedo il motivo per cui un rugbista professionista sceglie di dedicarsi al rugby in spiaggia, mi risponde: “L’agonismo è lo stesso. Ti gasi perché è molto dinamico, hai quei pochi minuti per vincere e dai tutto, arrivi ad odiarti anche se magari i tuoi rivali sono i compagni della tua squadra nel rugby a 15“. Valerio gioca nella Primavera, importante squadra della capitale. “E’ una cosa diversa perché è soltanto estiva, esula proprio dal campionato che giochi tutto l’anno con la tua squadra” continua l’atleta.

Beach Rugby: come funziona

Ventola aggiunge il paragone con il calcetto per far capire la differenza con il rugby a 15. “Ti fagocita di più perché ti giochi tutto in quel momento, se svicoli e fai contatto bene, fai meta e a ogni meta ci sono i cambi, anche i cambi sono volanti” spiega Valerio.
Ogni partita dura 10 minuti con due tempi da 5 e un intervallo da 3, sono tempi ristretti che comportano azioni rapide e conclusioni immediate. Anche i tempi del campionato sono ristretti: si gioca tra giugno e luglio nelle arene (o spiagge) di tutta Italia. Ogni settimana si disputa un torneo che dura una giornata e che include un minimo di 8 e un massimo di 12 squadre.

Se le squadre sono 12 si fanno 3 gironi da 4, se sono 10, due gironi da 5, se sono 9 i gironi sono 3 da 3 squadre, mentre se sono 8 si fanno due gironi da 4 squadre. Perciò con 8 squadre le partite da giocare sono 5, con 10 le partite diventano 6, con 9 le gare sono 4. Alla fine del torneo settimanale ogni squadra ottiene un punteggio, ad esempio i primi prendono 20 punti e i secondi 17, che li posizionerà nella classifica finale di fine stagione. I primi dieci di quella classifica disputeranno il Master finale che aggiudicherà la vittoria dell’intero campionato. Lo scorso anno i vincitori sono stati i Belli dentro per il maschile e le Sabbie mobili per il femminile.

Dagli Europei al mini rugby: il potere aggregativo del Beach Rugby

Il beach rugby non è tuttavia un sport limitato alla prospettiva nazionale. Si disputano anche gli Europei. La nazionale italiana ha raggiunto ottimi risultati lo scorso anno: la selezione femminile ha ottenuto l’argento a Mosca (dove si sono giocati gli Europei per il secondo anno di fila), seconda solo alle Russe padrone di casa. La squadra maschile ha invece ottenuto il bronzo, dopo aver conquistato il primo posto nella prima edizione. Indice positivo di quanto i team stiano crescendo di anno in anno raggiungendo risultati notevoli. Quest’anno c’è stato uno stop dovuto alla comune causa che stiamo combattendo tutti.

Inoltre parallelamente all’attività agonistica seniores, le tappe del Trofeo Italiano Beach Rugby, grazie alla stretta collaborazione con i Comitati Regionali di FIR, diventano anche occasione per la promozione e sviluppo del gioco, attraverso iniziative come il mini-rugby, portando anche i più piccoli a provare la versione su sabbia del rugby. Dunque uno sport a tutto tondo che benché si giochi scalzi sulla sabbia e ti permetta di fare un tuffo tra una partita e l’altra, prevede anche delle competizioni a livello europeo oltre che nazionale. Ma non solo. Cerca di includere anche i bambini che magari attraverso questa versione del rugby più ludica possono avvicinarsi a questo sport. Uno sport da contatto, fatto di scontri ma anche il più aggregativo di sempre.

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