Home CURIOSITÀ Alcaraz numero 1 ATP del 2022: ma lo sarà anche per l’ITF?

Alcaraz numero 1 ATP del 2022: ma lo sarà anche per l’ITF?

Alla fine di ogni stagione, l’ITF assegna il titolo di ITF World Champion al miglior giocatore dell’anno. Alcaraz, che secondo il computer dell’ATP è il primo giocatore del mondo alla fine del 2022, merita il prestigioso riconoscimento dell’International Tennis Federation?

Il premio dell’ITF che può smentire la classifica mondiale: i cinque casi del passato

Se c’è un riconoscimento, nel tennis, che più di ogni altro è in grado di generare discussioni e polemiche, questo è sicuramente il titolo di ITF World Champion. Ogni anno, infatti, l’International Tennis Federation (ITF) nomina il suo campione del mondo. Il problema è che nel tennis non esiste una competizione riconosciuta come Campionato del Mondo; quindi, è una giuria di ex tennisti a stabilire chi sia stato il miglior giocatore della stagione, meritandosi il premio di fine anno. E anche se spesso questo titolo viene assegnato al numero 1 della classifica mondiale, non c’è alcuna regola che impedisce alla giuria di riconoscere come “campione del mondo ITF” un giocatore che ha terminato la stagione in un’altra posizione del Ranking ATP.

E’ proprio il fatto che il numero 1 del mondo possa non essere il miglior giocatore dell’anno, a generare molte delle discussioni. In passato, a livello di singolare maschile, è infatti già successo in cinque occasioni che il titolo di ITF World Champion non sia andato al leader della graduatoria mondiale. Nel 1978 Bjorn Borg tolse il titolo al numero 1 ATP Jimmy Connors; nel 1982 fu invece Connors ad avere la meglio sul leader della classifica John McEnroe; nel 1989 il titolo andò al numero 2 Boris Becker invece che al numero 1 Ivan Lendl. Poi il caso più discusso, quello del 1990, con il riconoscimento di campione del mondo che andò addirittura al numero 3 (Lendl), e a nessuno dei primi due giocatori del Ranking (Stefan Edberg e Andre Agassi); infine, il caso più recente (2013) con il numero 2 Novak Djokovic preferito a Rafael Nadal.

Il più giovane numero 1 di sempre. Ma Alcaraz è stato il miglior giocatore del 2022?

Quest’anno il tennis ha visto esplodere definitivamente un ragazzo spagnolo che fino a due anni fa non aveva nemmeno preso parte al tabellone principale di un torneo dello Slam. Carlos Alcaraz, a 19 anni e 7 mesi, è diventato il più giovane tennista della storia a terminare l’anno al numero 1 del Ranking ATP. Il giocatore di Murcia ha raggiunto questo traguardo grazie a una continuità di rendimento impressionante, soprattutto nei primi nove mesi della stagione: cinque i titoli vinti, tra cui due Masters 1000 (Miami e Madrid) e uno Slam (US Open), con altre due finali perse (consecutivamente, ad Amburgo e Umago) e la semifinale a Indian Wells. Negli ultimi mesi dell’anno alcuni problemi fisici lo hanno rallentato, ma la sola semifinale raggiunta a Basilea in mezzo a qualche sconfitta a sorpresa, non ha cancellato quanto di buono fatto vedere nel periodo precedente.

Oltre ai meriti indiscussi del giovane tennista iberico, è però impossibile non considerare i numerosi eventi avvenuti nel corso del 2022, che hanno certamente favorito l’ascesa del nuovo numero 1 del mondo. La decisione di Novak Djokovic di non vaccinarsi, per esempio, ha reso molto difficile per il serbo poter lottare per la leadership mondiale. Questo lo ha infatti costretto a saltare due Slam (Australian Open e US Open) e i quattro Masters 1000 che si giocano in terra americana. Anche la decisione di escludere i tennisti russi dal tabellone di Wimbledon e la conseguente presa di posizione dell’ATP (che ha stabilito che il torneo non avrebbe assegnato punti per la classifica mondiale) ha indirettamente favorito Carlos: Djokovic avrebbe poi vinto il torneo, mentre Nadal (altro rivale in classifica) avrebbe raggiunto la semifinale ai Championships. Appare quindi ragionevole domandarsi se Alcaraz sia realmente stato il miglior giocatore del 2022.

I risultati negli Slam potrebbero favorire Nadal nella scelta dell’ITF

Andando a guardare il dato relativo alla percentuale di partite vinte in questa stagione, Alcaraz è al terzo posto con l’81,4% (57-13), preceduto da Nadal (83%, 39-8) e da Djokovic (85,7%, 42-7). Una differenza non così importante, considerando che Carlos ha comunque vinto lo stesso numero di titoli del serbo (5) e uno in più rispetto a Nadal. Ma allora cosa dovrebbe spaventare “Carlitos”, relativamente all’eventuale decisione dell’ITF di assegnare il titolo di campione del mondo a un altro giocatore? La risposta è molto semplice: i risultati ottenuti nei tornei dello Slam. L’ITF ha sempre dato grande importanza a questi eventi. Borg (1978), Connors (1982), Becker (1989), Lendl (1990) e Djokovic (2013) avevano in comune un solo fattore: avevano vinto più partite negli Slam rispetto al numero 1 del mondo delle rispettive annate. Da questo punto di vista, Nadal (ma non Djokovic) potrebbe rappresentare un grosso pericolo per Alcaraz.

Rafael nel 2022 ha conquistato due Slam (Australian Open e Roland Garros), ha vinto 22 partite consecutive a questo livello – era ancora imbattuto fino agli ottavi di finale dell’ultimo major stagionale, prima di perdere contro Frances Tiafoe – e ha terminato l’anno con un record di 22-1 (95,7%). Alcaraz si è fermato all’84,2% (16-3), ma bisogna considerare che ha vinto almeno due partite in tutti gli Slam. Nel 2013 Nadal non fu in grado di vincere alcun incontro in due Slam su quattro, stessa cosa che era avvenuta a Edberg nel 1990, e per questo motivo l’ITF aveva penalizzato entrambi. Ma è anche vero che nel 1989 Lendl (numero 1) aveva vinto almeno tre partite in ogni Slam. Nonostante questo gli fu preferito Becker (che aveva vinto due titoli contro l’uno del ceco). La questione sembra quindi essere aperta a diverse interpretazioni, ed è davvero difficile fare previsioni.

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